Conosciamo gli Apostoli nel dipinto dell'Ultima Cena di Leonardo
Sicuramente alcuni di voi sono stati a visitare il Cenacolo di Leonardo da Vinci nella bella chiesa e convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie di Milano.
Certamente si sono visti i volti e le disposizioni degli Apostoli seduti a tavola con Gesù, tuttavia non è così facile ricordarseli nella loro disposizione e accennare anche brevemente la loro personalità e storia, per questo voglio ripresentare questa mirabile scena leonardesca.
Partiamo dagli Apostoli che figurano alla destra di Gesù, alla sinistra per chi osserva.
Il primo Apostolo è Bartolomeo che osserviamo a lato del tavolo ove poggia le due mani poichè leggermente piegato in avanti nel gesto di prestare attenzione. Bartolomeo era originario di Cana in Galilea e morì martire nella seconda metà del I secolo, probabilmente ad Albanopolis in Armenia. La sua festa viene celebrata il 24 agosto. Nell'iconografia cristiana il Santo viene raffigurato con in mano un coltello e la Bibbia oppure mentre subisce il martirio di essere scuoiato vivo.
Il secondo Apostolo è Giacomo il minore che poggia la mano sinistra sulla spalla di Giuda. L'appellativo "minore" può essere correlato alla sua minore età anagrafica rispetto all'altro Giacomo, detto il "maggiore", oppure al fatto che potesse avere uan statura limitata. Viene identificato dallo scrittore giudeo cristiano del II secolo Egesippo, come cugino di Gesù, anche se non mancano chi sostiene ipotesi diverse. Ritenuto uomo di profonda fede e sommamente pio, tanto che era rispettato sia dai cristiani sia dagli ebrei. Fu il primo vescovo di gerusalemme. Morì martire, probabilmente lapidato, a Gerusalemme nel settimo anno dell'imperatore Nerone. Il 3 Maggio si celebra la sua festa.
Il terzo Apostolo è Andrea con i due palmi delle mani bene in vista. Nasce a Betsaida e muore il 30 novembre del 60 martirizzato tramite crocifissione a Patrasso. Fratello dell'Apostolo Pietro, svolgeva l'attività di pescatore. Eusebio di Cesarea, filosofo, storico e vescovo ricorda nelle sue "Origini", che Andrea aveva viaggiato in Asia Minore, sul Volga e sul Kiev e lungo il Mar Nero. Probabile fondatore della Sede Episcopale di Bisanzio (Costantinopoli).
Il quarto Apostolo è Giuda che, chinato alle spalle di Pietro, pare dica qualcosa all'Apostolo Giovanni. Figlio di Simone era l'Apostolo che teneva la cassa del gruppo. Tutti conosciamo Giuda Iscariota come colui che ha, per trenta denari, tradito Gesù. La figura di quest'Apostolo è molto emblematica.
Il quinto Apostolo è Pietro, nato a Betsaida da Giona, svolgeva l'attività di pescatore col fratello Andrea. Era sposato e, secondo atti apocrafi, aveva una figlia di nome Petronilla. Il suo vero nome era Simone poi da Gesù ricevette il nome di Cefa – Kefàs, che vuol dire rupe, roccia. Pietro pare abbia compiuto anche viaggi missionari a Corinto, Tripoli, Antiochia e Roma dove fu martirizzato crocifisso a testa in giù, pare dall'imperatore Nerone.
Il sesto Apostolo ed evangelista è Giovanni, il più giovane dei dodici, e fratello di Giacomo il Maggiore. Nato a Betsaida e figlio di Zebedeo e Salomè morì in tarda età ad Efeso. Era stato discepolo anche di Giovanni Battista e socio, nella attività di pesca, con Pietro e Andrea. È l'Apostolo a cui Gesù affida la propria madre.
Gli Apostoli posti alla sinistra di Gesù, destra per chi osserva, sono:
Al lato del tavolo vi è l'Apostolo Simone il Cananeo o Zelota, cugino di Gesù e vescovo di Gerusalemme. Subì il martirio, anche se non è chiaro il luogo poichè si parla di Pella, città Armena, o Suanir, città Persiana oppure Gerusalemme.
Alla destra di Simone vi è Giuda Taddeo Lebbeo con cui sta parlando. Il termine Taddeo significa "petto" mentre Lebbeo vuol dire "cuore", da cui "uomo dal grande cuore". La sua attività missionaria si svolse nella Giudea, in Galilea, nella Samaria, a Idumea e in Edessa nell'Anatolia. Fu martirizzato nello stato georgiano della Colchide.
L'Apostolo ed evangelista Matteo lo si vede attento a seguire e probabilmente partecipare, al discorso tra Simone e Giuda Taddeo. Nasce a Cafarnao e morì in Etiopia. Era, prima che Gesù lo chiamasse con sè, un esattore delle tasse e definito pubblicano il cui nome vero era quello di Levi, mutato poi in Matteo. Secondo alcune fonti morì per cause naturali.
Dietro Matteo viene l'Apostolo Filippo, rivolto verso Gesù. Nativo di Betsaida, muore a Ierapoli nell'Anatolia. Morì martire inchiodato, a testa in giù, ad un albero.
Giacomo il Maggiore, nasce a Betsaida e muore a Gerusalemme. Soprannominato, come il fratello Giovanni, "figli del tuono" probabilmente per la loro veemenza. (anche se questa traduzione non è pienamente confermata). Lo si conosce anche per il cammino a Santiago di Compostela.
Tommaso, detto Didimo, cioè gemello, è l'Apostolo dietro le spalle di Giacomo e che pare rivolgersi a Gesù. Nasce in Galilea e muore a Mylapore in India. È conosciuto per la sua dubbiosità sulla risurrezione di Gesù, dicendo la famosa frase: "se io non vedo e non tocco le sue ferite non credo".
Ora osservare il meraviglioso dipinto leonardesco offre uno spunto culturale in più.