L'albero del Fico nella storia
L'albero del Fico ha una storia davvero lunga se pensiamo che nelle Sacre Scritture ci sono ben 44 versetti che lo citano ad esempio nel Cantico dei Cantici al versetto 2,11-13 si legge: "... il tempo del canto è giunto, e la voce della tortora si fa udire nella nostra campagna. Il fico ha messo i suoi frutti, le viti fiorite esalano il loro profumo". Si legge anche nel 2Re, 20,1-7 che il re Ezechia, afflitto da ulcere, guarì grazie a un impiastro di fichi.
Qualcuno lo considera l'Albero della conoscenza del Bene e del Male. Nell'avvenuta cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva, questi si coprirono con una foglia di fico, ne mangiarono anche il frutto? C'è addirittura un archeologo americano che ritiene di aver identificato il luogo dell'Eden, il quale si troverebbe, sepolto profondamente, forse sotto il mare, nella regione della Mesopotamia meridionale.
L'Albero del fico era molto presente in terra d'Israele, ed era molto apprezzato per i suoi frutti per il nutrimento che potevano offrire, sia freschi che secchi, soprattutto per i popoli nomadi di quei territori, oltre regalare un po' di salutare ombra.
Tuttavia il fico presenta anche una ricchezza simbolica, prime fra tutte quelle della fertilità e della fecondità, assumendo nell'antichità classica anche una valenza erotica e dedicato al dio Dionisio, che era il dio della vegetazione, poi dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi. Considerato simbolo di conoscenza poichè il Budda avrebbe ricevuto l'illuminazione proprio sotto un albero di fico.
Ancora, nei libri profetici è simbolo di pace per il profeta Michea;di prosperità per il profeta Gioele. In Aggeo, Zaccaria e Giovanni, diviene simbolo di fedeltà con Dio. Un'altra citazione dell'albero di fico la troviamo nel Vnagelo di Matteo, dove Gesù fa seccare un albero di fichi ricco di foglie versi ma privo di frutti. Ovviamente in questo caso bisogna leggere il messaggio simbolico che rappresenta, ovvero la città di Gerusalemme che purtroppo ha deluso le attese di Dio e il messaggio di Amore di Gesù. Troviamo il fico in un'altra parabola evangelica, questa volta in Luca, dove Gesù invita a non abbattere l'albero perchè non produce frutto, con il chiaro intento di far capire con il concime e il buon nutrimento questi può riprendersi; è ovviamente un riferimento simbolico alla misericordia di Dio che sa attendere un ravvedimento dal peccato dell'uomo o, in grande, dell'umanità. Troviamo anche nell'Apocalisse (6,13) un riferiemento a questo albero.
Ancora, il fico rappresenta un frutto dello spirito, che dà sicurezza e prosperità all'anima, infatti, era il luogo prediletto per studiare e leggere la Torah. È simbolo dell'amore materno, della luce, della forza, della conoscenza, dell'immortalità e abbondanza. Nell'antichità si praticava la sicomazia, un metodo di divinazione che avveniva attraverso le foglie dell'albero di fico.
Anche l'arte pittorica non si è esentata nella rappresentazione di quest'albero e del suo frutto. La sua rappresentazione assume spesso una connotazione legata all'organo sessuale femminile e al suo richiamo erotico e alla passione che fa nascere nel cuore, quindi considerato frutto del peccato. Troviamo, ad esempio, questo riferimento in un affresco che si trova in provincia di Siena, nella chiesa di San Galgano, dove il pittore Ambrogio Lorenzetti raffigura Eva sdraiata, con lunghi capelli e la veste trasparente che tiene nella mano sinistra un rametto con all'apice in fico.
Nelle nature morte troviamo spesso raffigurati cestini di fichi o frutti uniti ad altri frutti e vegetali. Se proviamo a leggerne il contenuto simbolico troviamo ancora un riferimento legato alla sessualità e al messaggio erotico. Un esempio significativo è la visione del dipinto del pittore Vincenzo Campi, dal titolo " Fruttivendola". La tela rappresenta una donna, la fruttivendola appunto, che mostra un cesto di frutta ed è circondata da frutti e fiori, tra cui appunto i fichi. Appare riccamente vestita in quanto dovrebbe rappresentare la Natura. Tiene in grembo una zucca aperta e sul piatto, in direzione del maschio alla sua destra, i fichi. L'uomo a sua volta tiene in mano un mazzetto di porri, che rappresentano gli attributi maschili, inoltre il gesto del mignolo inserito nell'orecchio, nell'antico linguaggio dei gesti, voleva significare un'avance di tipo chiaramente erotico.
Ovviamente non sempre e non tutti i quadri di questo tipo, anche se mantengono un certo richiamo sensuale, il fico semiaperto, vogliono avere un esplicito riferimento erotico, pensiamo ad esempio a un dipinto con fichi, uva e castagne, dove il riferimento a semplicemente alla stagione autunnale. Bisogna sempre contestualizzare prima di emettere un giudizio.
Moltissimi altri sono i dipinti interessanti che andrebbero esaminati, ma lo spazio è tiranno, per cui qui mi fermo, lasciando al lettore il piacere di scoprirli.
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