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Alcune curiosità sulla vecchia Milano

La nostra bella città di Milano, nella sua lunga storia, si presenta con un "album" di tutto rispetto, e proprio come se lo sfogliassimo vi voglio raccontare alcune curiosità della Milano che fu.fine 800 corso vittorio emanuele milano

  • Nell'area oggi occupata da Piazzale Lagosta sorgeva un cimitero detto della Mojazza e un Oratorio delle Cascine Abbadesse, detto anche di San Giuseppe alla Mojazza, che era un convento femminile delle Agostiniane. Intorno solo campagna, frutteti e campi coltivati e un bosco chiamato il "bosco di Gioia" che però oggi non esiste più. L'antico convento è divenuto un condominio, anche se una piccola chiesetta è rimasta come "guardia" del crocicchio.
  • Dal lato della contrada di San Giuseppe, oggi conosciuta come via Verdi, vi era la contrada del Teatro Grande dove, nel 1858, le case che sorgevano di fronte furono abbattute per ottenere la Piazza della Scala.
  • Il barchett de Boffalora, era il traghetto che per tutto l'Ottocento ha fatto servizio sul Naviglio Grande tra Milano e Abbiategrasso, con capolinea a Boffalora sopra Ticino, dove nel giugno del 1859 vi si svolse una battaglia tra Austriaci e Francese. Il traghetto per il tragitto Boffalora-Milano Darsena Ticinese, impiegava tre ore, mentre per il ritorno ci metteva un'ora in più in quanto andava controcorrente, trainato da quella che si chiamava la "rozza dei Navigli". Con il termine rozza si intendeva un cavallo debole e malandato, come dovevano essere quelli che appunto, con grande fatica, trainavano i traghetti controcorrente.
  • Il Naviglio Grande faceva anche da trasporto passeggeri che poi cessò, tuttavia le rozze continuarono il loro fatico lavoro nel trainare i barconi lungo il Naviglio Grande i barconi carichi di sabbia, sempre tra Abbiategrasso e Milano.
  • Nel vicolo S. Vittore al Teatro vi sorgeva l'omonima chiesa che fu abbattuta, nel 1911, per fare spazio alla costruzione del palazzo della Posta. La chiesa venne fondata da San Galdino vescovo milanese.
  • In via Agnello, detta un tempo contrada di San Semplicianino, che sorge tra piazza San Fedele e corso Vittorio Emanuele, vi era il "Bar Puerto Rico", in stile Liberty, prima birreria cittadina, aperta nel 1781. Negli anni Venti ecco il "Palace Bar" della Società Anonima Cinematografi, il cui ingresso era posto sul corso V. Emanuele, a fianco del cinematografo Palace. Il cinematografo fu aperto l'8 aprile del 1911, con una sala contenente 720 posti. Il primo film proiettato fu "Fratello e Sorella", di regista sconosciuto. A pochi passi di distanza sorgeva anche l'hotel Ancora.
  • Dove oggi sorge la Caserma Garibaldi prima vi erano il palazzo dei marchesi Visconti d'Aragona e il convento di San Francesco, demoliti in epoca napoleonica. Il palazzo fu abitato da Maria d'Aragona trasferitasi da Napoli con marito Alfonso d'Avalos divenuto governatore di Milano. Il convento dei Francescani, risalente al XIV secolo, fu "inghiottito" nella costruenda caserma. Al suo interno, nella chiesa di San Francesco Grande, chiamata anche basilica di San Nàbore, vi era una icona d'altare, dipinta e scolpita da Leonardo Da Vinci, e dedicata alla Vergine delle rocce. Il dipinto venne purtroppo trascurato per essere poi venduto a un collezionista inglese. Rimesso in buono stato si può ammirare alla National Gallery di Londra.
  • La piazza Sant'Agostino un tempo si chiamava piazza Macello, dove sorgeva il macello comunale, che poi venne demolito per costruirvi delle abitazioni e un edificio scolastico. Sempre nell'antica piazza, agli inizi del secolo scorso, vi era il "Caffè Bottiglieria dello Scalo", il cui titolare era un certo Luigi Bianchi. Divenne poi, nel 1921, il "Ristorante Zanoni". Ricordo che oggi la piazza Sant'Agostino con il viale Papiniano ospita uno dei più grandi e importante mercato ambulante milanese. Nella piazza Macello aveva anche sede la casa di Meneghino, la maschera carnevalesca milanese, e da cui aveva inizio il carnevale meneghino, così come pubblicato da "il Secolo illustrato" nel febbraio del 1890.
  • Ricordo il Villaggio Campo dei Fiori, dove a Nord transitavano i treni della Varesina. Il Villaggio era dell'Istituto Case Popolari, con villette popolari immerse nel verde. Nel dopoguerra tutto fu demolito e il sito vide un intensivo sfruttamento edilizio.

Per questa volta mi fermo, riprenderò il discorso in un successivo articolo.

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