Biliardino e Ping Pong: giochi nella storia
Dire biliardino è dire Oratorio, così come ping pong. Infatti, se torniamo indietro di qualche decennio, chiunque frequentava un Oratorio avrà avuto modo di giocare a questi due giochi, che, lasciatemelo dire, erano davvero divertenti.
Io preferivo giocare a ping pong, singolo o in coppia, mi divertivo di più, e anche oggi, se mi capita, una partitina la faccio molto volentieri. Nel tempo attuale questi giochi sono un po’ snobbati, lo spazio è stato occupato dall'elettronica che coinvolge e cattura i giovani, tuttavia vi garantisco che trascorrere un’oretta a biliardino o ping pong lascia appagati.
Anche se brevemente, vediamone un poco la storia, iniziando dal biliardino, detto, con più enfasi, calcio da tavolo. Sull'origine di questo gioco ci sono pareri divergenti, chi afferma che è nato in Francia, chi in Inghilterra, chi in Germania, questo non che m’importa molto, plaudo invece a chi ha avuto l’idea. In Italia si è diffuso dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto per la riabilitazione dei reduci di guerra. Questo collegamento potrebbe essere il motivo del nome anche di calcio balilla, anche se è conosciuto, nel nostro paese, anche con nomi diversi come, Fubalino, Calcetto, Pincanello, Subotto; ma è risaputo, regione che vai, nome che trovi!
Nel 2002 è stata fondata l’Associazione Internazionale di Calcio da Tavolo, con, attualmente, cinquanta nazioni affiliate. Esiste un regolamento internazionale e, in Italia, un ordinamento per normodotati e Paralimpico. Ovviamente queste valgono a livello internazionale o di gare, per chi vuole disputare una semplice partita tra amici, conviene attenersi a quelle semplici regole di correttezza e buon senso, ci si diverte di più. È bene ricordare che esiste un calcio balilla anche per gli atleti che sono in carrozzina.
Diversi sono i tipi di biliardini, a secondo della nazione di provenienza, i più famosi, da noi, sono i tavoli della Garlando. Normalmente la lunghezza di un biliardino varia tra i 110/120 centimetri, mentre la larghezza è tra i 65/72 centimetri. Gli omini sono, tradizionalmente, su otto file, quattro per ognuna delle due squadre, distinte da colori diversi. Ogni formazione ha tre attaccanti, cinque centrocampisti, due difensori e un portiere. Se, leggendo quanto, a qualcuno è venuta la tentazione di acquistarne uno, partendo da 150 euro si può già ottenere un biliardino valido, così dopo la cena con amici, qualche partita ci sta senz'altro bene, e qui i più esperti metteranno in atto tutte quelle tecniche e trucchetti per aggiudicarsi la partita.
Mi ricordo, se pur vagamente e solo in parte, che vi è tutto un lessico attinente il gioco, di questo mi ricordo il “gioco di mezza palla”, dove si colpiva la pallina di striscio, oppure il tiro alla Napoletana, dove si colpiva la palla e si faceva battere sulla sponda per metterla in gol. Altro tiro che ricordo era di Coccodrillo o di Spada, e consisteva in un tiro diretto e violentissimo del difensore direttamente in porta. Altri non me ne sovvengono, per la verità a noi poco importava il nome, l’importante era divertirsi.
Passiamo ora al ping pong o, più sofisticamente, tennis da tavolo, divenuta una specialità olimpica. Quante partite in oratorio! Giocavo a volte per due ore consecutive; sudato non poco ma appagato, anche se mi toccava la sconfitta, sempre mal digerita. La sua origine è da collegarsi all'antico gioco della pallacorda, anche se fu un certo Foster a brevettarlo nel 1890 in Inghilterra.
Tuttavia non riuscì a ottenere subito il successo sperato, soprattutto per le palline che erano troppo pesanti, fu solo con l’avvento della plastica che il ping pong si aprì al mercato, dove il suo successo fu immediato. Il tavolo di legno, su cui si gioca, deve avere una lunghezza di 274 cm, una larghezza di 152,5 cm e un’altezza di 76 centimetri. Lo spessore varia tra i 16 e i 24 millimetri. Si possono utilizzare racchette di qualsiasi forma, dimensione e peso, ma il telaio, fatta eccezione per l’impugnatura, deve essere piatto e rigido. La copertura del telaio di solito è un foglio di gomma puntinata. Nel gioco assume importanza il come s’impugna la racchetta; esistono diverse varianti, cito quella occidentale, che la impugna con tre dita, mentre il pollice è messo sulla gomma da un lato della racchetta, l’indice è posto sul lato opposto, questa presa permette di colpire la pallina sia di diritto sia di rovescio.
È l’impugnatura più diffusa. Ovviamente per giocare è indispensabile conoscere il regolamento, almeno l’indispensabile. A qualcuno è nato il desiderio di averne uno? Se non si vuole fabbricarselo da sé, con 200 euro si può tentare l’acquisto, così, come per il biliardino, dopo una cena tra amici ci può stare benissimo una sana partita a ping pong.
Il divertimento? Vi assicuro che è garantito.
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