Il mito dell'uomo selvatico: folclore e leggenda
La credenza nell' "omo salvatico" è molto antica e radicata nella tradizione popolare, non solo in Italia ma anche in altre parti del mondo, conosciuto nella letteratura e nei racconti popolari e folcloristici.
Nei vari dialetti assume nomi diversi, ad esempio nel milanese "òmm selvadegh"; in Trentino "om Pelos"; in Valtellina "omo salvadego" e via dicendo. La sua descrizione assume connotazioni un po' diverse a seconda del luogo, infatti, nelle Alpi lo si vuole dotato di una certa ferocia, mentre in altre zone lo si rappresenta più pacifico e mite.
Stranezze e habitat dell'uomo selvatico
Una stranezza dell'uomo selvatico universalmente riconosciuta è quella che si rallegra quando piove e si rattrista quando c'è il bel tempo. Fazio degli Uberti già diceva, in merito a questa stranezza, nel suo "Dittamondo" queste parole: Come si rallegra e canta l'uom selvatico quando il maltempo e tempestoso vede, sperando nello bono, ond'egli è pratico...
Il bosco è il suo habitat naturale e preferito, anche se le sue apparizioni sono rarissime. Si dice sia detentore di saperi antichi e che abbia insegnato agli uomini a meglio operare nella pastorizia e nell'agricoltura. Simbolicamente potrebbe rappresentare l'uomo che ha scelto di rimanere fuori dalla civiltà, rifiutando comportamenti che ignorano la carità, la gentilezza e la nobiltà d'animo. In alcune zone alpine si racconta che vivendo solitario in una grotta, talvolta si avvicina alle abitazioni per rapire una ragazza per portarla a vivere con lui. Gli abitanti, appena si accorgono del rapimento, si mettono alla sua ricerca e quando la trovano è dall'omo salvadego subito restituita, poi, addolorato, abbandona la grotta per cercarne una nuova.
Pur vivendo isolato, è divenuto una figura familiare nelle storie e nei detti, tanto è vero che c'è chi giura di averlo incontrato e persino parlato. In molte zone si usava, durante la vendemmia o la raccolta di frutti, di noci e nocciole, lasciarne alcune affinché l'uomo selvatico potesse raccoglierle.
Un'altra sua caratteristica è che si rifiuta di usare alcuni termini del linguaggio umano e che per farsi capire, usa le dita delle mani, cui ha dato precisi significati.
uomo selvatico: le sue caratteristiche
Vediamo adesso alcune caratteristiche tipiche di quest'uomo selvatico. Iniziamo col descrivere il suo aspetto:
- è avanti negli anni ma non vecchio;
- cammina piuttosto goffamente;
- normalmente cammina scalzo, solo a volte porta scarpe fatte con corteccia d'albero;
- è di pelo giallo-rossiccio anche sul viso un po' caprino;
- si copre con un mantello di pelliccia tanto d'inverno come d'estate, nella convinzione che ciò che ripara dal freddo ripara anche dal caldo;
- porta un bastone fatto a modo di clava.
UOMO SELVATICO: i suoi comportamenti
I suoi comportamenti conosciuti sono principalmente questi:
- vive solitario nelle grotte o sopra gli alberi;
- può parlare una lingua antica che nessuno conosce;
- si nutre di radici, miele, frutti, e carne però solo cruda;
- guada i fiumi evitando di passare sui ponti;
- si lascia prendere dal riso quando vede una gallina nera fare un uovo bianco.
UOMO SELVATICO: cosa ha insegnato agli umani
Vediamo ora le cose da lui insegnate agli uomini:
- ha insegnato l'uso del caglio;
- ha insegnato a fare il burro, la ricotta e il formaggio;
- a conservare paglia e fieno nei fienili;
- a usare la cera delle api per ottenere le candele;
- a saldare il ferro;
- a innestare le piante e far legacci con i rami di giunco;
- a contare gli anni delle piante contandone i cerchi;
- a contare l'età dei cavalli dai loro denti.
UOMO SELVATICO: LE SUE stranezze
Come ultimo osserviamo alcune sue stranezze:
- ride quando è cattivo tempo perché verrà il buono e viceversa;
- si riposa quando è bel tempo e lavora quando piove;
- parla male e fa bene;
- lega una fascina di legna all'albero e poi lo sradica per trasportarla.
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