Il paese dei Balocchi: per chi non ha voglia di andare a scuola
Dopo l'articolo sul paese della cuccagna, non posso non parlarvi del Paese dei Balocchi di Collodiana memoria. Ovviamente anche questo Paese è immaginario quindi impossibile trovarlo su qualsiasi cartina geografica e tanto meno su indicazione di una agenzia di viaggi, e pur tuttavia... alzi la mano chi, soprattutto quando si andava a scuola magari con poca voglia, una capatina in questo paese dove trastullarsi l'avrebbe fatta volentieri.
Il termine balòcco sta a indicare "cosa che tiene a bada", quindi, trastullo, gingillo, giocattolino, insomma, cose che si danno in mano ai bambini per tenerli a bada.
Il romanzo le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, non è un romanzo fine a se stesso e/o solo per bambini, ma, opinione del tutto personale, è un racconto che vuole dire e insegnare un po' a vivere bene. Se lo si legge attentamente e dando a ogni figura e situazione anche e soprattutto una lettura simbolica si percepisce la profondità del contenuto e del suo insegnamento. Ritorniamo però ad onorare il titolo.
Lucignolo, ragazzo che anziché la vita bella preferisce la bella vita, che è cosa assai diversa, invita Pinocchio ad andare con lui nel Paese dei Balocchi, dove:
Lì non vi sono scuole, lì non vi sono
maestri, lì non vi sono libri.
In quel paese benedetto non si studia mai.
Il giovedì non si fa scuola,
e ogni settimana è composta da sei giovedì
e di una domenica.
Una presentazione certamente accattivante per chi ha poca o nessuna voglia di studiare e impegnarsi. Infatti, scuole non ve ne sono, quindi si potrà gestire quel tempo a giocare e bighellonare: maestri e libri neppure, per cui regnerà l'ignoranza poiché non si studia mai.
Il giovedì non c'è scuola, difatti una volta questo giorno era esente da scuola, quindi se vi sono sei giovedì e una domenica, giorno di festa, le conclusioni sono facili da trarre. Insomma, precisa Lucignolo, un vero "Paese della Cuccagna".
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