L'Oratorio: storia e ricordi
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dell’oratorio, probabilmente nessuno; così come sono pochissimi coloro che non abbiano avuto modo di trascorrere un po’ del loro tempo giovanile in una struttura oratoriana. Storicamente per oratorio – il termine viene dal latino “Orare”, ossia “pregare” - s’intende un luogo consacrato destinato alla preghiera e al culto privato di comunità o famiglie, per cui il luogo era di dimensioni piuttosto modeste. Successivamente l’oratorio è divenuto un luogo per l’aggregazione giovanile.
Il primo oratorio creato per questo scopo fu quello voluto da San Filippo Neri, sacerdote di origine fiorentina ma trasferitosi a Roma in giovane età, intorno al 1550. Al Neri seguirà un'altra grande figura di educatore che fu San Giovanni Bosco. Da allora di strada ne è stata fatta e l’oratorio ha visto alternarsi momenti di forte partecipazione e impegno a momenti di “stanchezza”. Lo scopo principale di un oratorio, essendo collegato a una parrocchia, è quello di educare alla fede e alla vita, grazie al servizio di educatori, adulti e giovani, che vivono in una comunione di responsabilità e collaborazione.
Di acqua sotto i ponti ne è passata da allora, quante ore trascorse all’oratorio nella mia giovinezza, prima a Niguarda poi al Lorenteggio.
Ricordo le interminabili partite a calcio e a pallavolo e, quando un bel giorno d’estate aprì anche la piscina, fare il bagno divenne un successivo divertimento. Ovviamente non poteva mancare il momento dedicato alla preghiera, tempo che allora si viveva come inopportuno poiché ci privava di una mezz’ora di gioco, ma che oggi, considerato con qualche giovinezza in più sulle spalle, né si capisce l’importanza.
Di allora mi ricordo che in oratorio giocava a calcio anche una squadra parrocchiale, la Murialdina. La squadra si costituisce negli anni ottanta, i colori della maglia non ricordo più se era giallo o rosso e blu. Ricordo che si pubblicavano i Bollettini Parrocchiali, dove i ragazzi/e partecipavano alla loro stesura. “ Trait d’union” era uno di questi. Oggi gli oratori, soprattutto nelle grandi città, offrono un’opportunità di svago, d’integrazione e, si spera, anche di momento di riflessione sul senso della vita. Comunque, diciamocelo francamente, quelli passati in oratorio sono, o sono stati, momenti che difficilmente si dimenticano, anche perché ci sono amicizie che, nel tempo, sono divenute sempre più forti, quando addirittura non sono nati amori sfociati in un matrimonio.
All’interno dell’oratorio Murialdo, nel 1962 trova spazio l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, che, soprattutto la Domenica, si ritrovava nella sala per una partita a carte, scambiare quattro chiacchiere dopo Messa, o disputare una partita a bocce. Partite che volentieri mi fermavo a guardare. Dall’estate 1985 funziona anche il Centro Ricreativo Diurno Estivo per i ragazzi. Insomma, l’oratorio continua la sua presenza in una città a volte stanca.
Il Barbapedana