Storie di una volta: Bartolomeo e il dipinto del Purgatorio
Una volta nei paesi montani o nelle nebbiose campagne, quando la televisione era ancora sconosciuta, alla sera, soprattutto nelle fredde sere invernali, ci si riuniva nella stalla, che era un luogo caldo, e, dopo aver recitato il santo Rosario tutti insieme, qualcuno, di solito una nonna o un nonno, si mettevano a raccontare una storia ai bambini/e presenti, i quali restavano a bocca aperta prestando la massima attenzione al racconto.
Un patrimonio che non deve andare perduto, ma che è bene riscoprire. È proprio per questo che ho deciso di raccontare alcune di queste storie, qualcuna perché l'ho sentita personalmente, come quella che vi racconto adesso, altre recuperate da vecchi libri o fattemi raccontare da persone oggi anziane.
Questa volta vi propongo una storia che qualcuno dice sia stata vera, lascio comunque a ognuno trarre la propria conclusione.
L'ho intitolata: Bartolomeo e il dipinto del Purgatorio
C'era una volta, molto ma molto tempo fa, nel paese di Novelle, un uomo dell'età di quarantadue anni o poco di più, di nome Bartolomeo, ma da tutti conosciuto in paese col soprannome di "crapù", ossia testone. Da quando gli era morta la mamma, molti anni prima, era divenuto miscredente, un bestemmiatore. Guai a parlargli di religione, di preti, di chiesa o dell'aldilà. Diventava furente, e in quanto all'aldilà diceva la solita ritrita tiritera, e cioè: "che se nessuno era tornato a parlarci dell'aldilà dopo essere morto, voleva dire che non vi era proprio niente". Una conclusione un po' semplicistica e spiccia, ma a lui bastava così.
Chi non è di Novelle deve sapere che all'angolo di due vie, nei pressi di una fontana, su un muro vi è un dipinto con raffigurato la Madonna, due Santi e alcune anime del Purgatorio, cinque per la precisione. Or bene, un giorno che il nostro uomo era alla fontana per bere un sorso d'acqua e rinfrescarsi il viso, si era agli ultimi giorni dell'estate agostana, gli parve di sentire una voce che lo chiamava: "Bartolomeo, Bartolomeo".
La voce lo colse di sorpresa, ma si riprese subito e si diede a guardare a destra e a sinistra, alzò lo sguardo per osservare se dalle finestre delle case che si affacciavano sulla via, qualcuno avesse voluto prenderlo per il naso ma, prima che potesse biascicare una sola sillaba, riecco la voce: "Bartolomeo, figliolo, ascoltami, ho biso..", non riuscì a terminare perché il "crapù" iniziò ad elencare una serie irripetibili di parolacce, minacciando di sonore legnate se avesse scoperto l'autore di quello scherzo idiota. Passarono alcuni giorni prima che il nostro si ritrovasse a passare per quella via; era un venerdì sera e il campanile aveva da poco annunciato le ventidue. Appena fu vicino alla fontana, riecco la vocina: "Bartolomeo sono io, la tua mamma, ho tanto bisogno di aiuto, sono in Purgatorio. Ho bisogno delle tue preghiere per salire in Paradiso".
Dalla bocca del "crapù" uscì solo la parola mamma. La voce riprese: "si figlio mio, sono proprio io, tua mamma. Avvicinati al dipinto sul muro e mi vedrai". Bartolomeo non osò controbattere, la mamma è sempre la mamma, si avvicinò al dipinto e quale non fu la sua meraviglia nel vedere che tra i volti di coloro che erano tra le fiamme del Purgatorio, se ne era aggiunto un sesto, quello di sua madre. Dopo questa visione il nostro Bartolomeo cambiò completamente atteggiamento, tanto che divenne un cristiano modello. Preghiere del mattino e della sera, il santo Rosario giornaliero e guai a mancare alla Messa domenicale.
Un giorno passando davanti alla fontana risentì la voce che gli diceva: "Grazie figlio mio, ora sono in Paradiso". Il suo sguardo corse subito al dipinto e si accorse che le figure erano ritornate cinque, quella della sua mamma ora non c'era più.
Sarà andata proprio così? Il dipinto esiste ancora, restaurato una decina d'anni or sono, così come è ancora presente la fontana. E al signor Bartolomeo sarà davvero capitato quest'avvenimento?
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