Una battaglia a palle di neve a Milano
Domenica, qui al paese, scendeva già la neve, bianca, soffice e silenziosa. Mentre la osservavo depositarsi dolcemente da dietro la finestra, mi pareva di rivivere quando, da ragazzo, a Milano, grazie ad una nevicata, terminata la scuola, ci si trovava nei pressi dell’oratorio e ci si sfidava a palle di neve. Chissà quanti di voi avranno questo ricordo.
Ebbene, voglio raccontarvi una di questi pomeriggi, permettetemi, però, di romanzarla un poco per renderla più simpatica. Immaginatevi un pomeriggio di un giorno qualsiasi in cui il generale inverno, dopo aver innevato i tetti e le strade di Milano, decide di offrire una tregua ai cittadini. Nelle principali strade e su alcuni marciapiedi la neve aveva perso il suo candore, ma nelle aiuole e nelle vie meno battute un manto soffice e bianco come un giglio mostrava tutto il suo candore.
Le due “bande” si erano da qualche tempo ripromesse di sfidarsi a palle di neve appena ce ne fosse l’occasione, e questa era arrivata. Una era la banda del Giambellino, che si era dato, per l’occasione, il nome di “I Tigrotti del Giambellino”, l’altra era, le “Pantere del Lorenteggio”. I primi erano in nove, sette maschi e due femmine, ed era così composta: Luisa, Aurora, Mario, Riccardo, Marco detto Ciccio, Emilio, Duilio, Franco e Giuseppe detto Peppe.
La banda delle Pantere era composta di dieci elementi, c’era Mara, Roberto, Luigi detto il pantofola perché quando andavi a casa sua dovevi mettere ai piedi le patine, Giuseppe, Carlo e Rodolfo che erano fratelli, Mauro, Cesare, Dario e Daniele. I Tigrotti avevano Luisa, una ragazza davvero battagliera e coraggiosa, anche se non era lei il capo, e questo solo perché i maschi ritengono che spetti a loro questo ruolo, chissà poi perché! Scommetto che se si scava nella vita di Re, principi, cavalieri e via scendendo, dietro molte decisioni ci sta sicuramente una donna. Comunque così è.
La banda del Lorenteggio aveva posto il suo quartier generale nei giardinetti davanti alla chiesa del Murialdo, mentre i Tigrotti si erano attendati davanti alla stazione di San Cristoforo. La prima mossa, per le Pantere, fu quella di inviare due esploratori per scoprire la posizione avversaria; andarono in avanscoperta Roberto e Mara, che imboccarono la via Recoaro per entrare in via Segneri e lì fare il punto e decidere la direzione da prendere.
Anche la banda del Giambellino aveva avuto lo stesso pensiero, solo che al posto di due esploratori, ne inviò tre. Mario, Riccardo, che decise di andare da solo, e Marco, detto Ciccio. Riccardo aveva il compito di percorrere via Sanniti, girare in via Degli Apuli, percorrere la via Odazio e giungere in via Lorenteggio e, qui giunto, avrebbe valutato la situazione e il da farsi. Marco e Mario decisero di percorrere via Inganni sino in via Dei Giacinti e, da lì, valutare la situazione. Gli esploratori delle due bande non s’incontrarono, tuttavia furono quelli delle Pantere che, arrivati in piazza Tirana, si avviarono verso la stazione, ma furono avvistati e, in un batter d’occhio, si trovarono sotto un fitto tiro di palle di neve.
Capirono subito che due contro sette era un’impresa già persa in partenza, per cui decisero di battere in ritirata, correndo verso la propria base. Ripiegarono subito verso via Segneri, inseguiti dai Tigrotti, i quali univano alle fitte palle di neve una specie di grido di guerra per spaventare gli inseguiti.
Marco e Mario nel frattempo aveva iniziato a percorrere via Dei Giacinti e, all’angolo con via Murialdo sentirono un concitato vociare e videro che tutti quelli della Pantera si avviavano di corsa verso la via Murialdo e una volta percorsa, quattro si attestarono all’inizio di via Recoaro, mentre gli altri si portarono all’entrata di via Segneri con via Lorenteggio.
Mara e Roberto si avvidero del loro gruppo di via Segneri, e proseguirono verso di loro, sempre inseguiti dai sette Tigrotti che, purtroppo per loro, non si avvidero dei quattro in via Recoaro, i quali li lasciarono passare, per poi colpirli tra due fuochi. Nel frattempo arrivarono in fondo a via Recoaro, Mario e Marco i quali, a loro volta, presero a colpire alle spalle quelle delle Pantere. Riccardo intanto usciva da via Odazio e, girando alla sua sinistra, si portò di corsa verso i due gruppi entrando subito in battaglia.
La guerra a palle di neve era cruenta, a un certo punto Luisa riuscì ad arrivare alle spalle di Luigi e a infilare nella sua schiena una rotonda e robusta palla di neve. Luigi si lasciò andare a esclamazioni poco ortodosse, isolandosi in un angolo e cercando di recuperare parte della neve.
Qualcuno gridò di dare addosso a Luisa per vendicare il gesto, e questo esasperò ancora di più la battaglia. Fu il generale inverno a porre termine alla lotta, infatti, ordinò al suo esercito di scendere più copioso che poteva dal cielo, e in brevissimo tempo la battaglia ebbe termine. Adesso era il momento dei commenti e delle battute, senza più divisioni tra Tigrotti e Pantere.
Ragazzi, quando potete, fatela una battaglia a palle di neve, vi lascerà più appagati di una ciucca o di un maledetto spinello.
Potrebbe interessarti anche: