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Rosetta Andrezzi: Mistero e Malavita nella Milano del 1913

Una storia triste della Milano di un tempo.

La storia che vi vado a narrare, accaduta realmente, attiene ad una povera ragazza di nome Elvira Andrezzi, ma da tutti conosciuta come Rosetta, cui hanno persino dedicato una canzone.

Dobbiamo risalire al 1913 quando, anche allora come oggi, la malavita esercitava i suoi loschi propositi e sporchi traffici nella città meneghina; la cosiddetta “I Ligera”.

L’Andrezzi aveva debuttato come cantante al Teatro Sammartino sito in piazza Beccaria, con il nome d’arte di Rosetta de Woltery. La ragazza, col nome di Rosetta svolgeva la sua attività di prostituta nei pressi di Piazza Vetra o della Vetra, così chiamata perché sotto il manto stradale della piazza scorre il canale artificiale Vetra risalente all’epoca romana.  Come si può evincere dalla canzone che più sotto trascrivo, la ragazza era probabilmente protetta dalla malavita locale la quale, alla sua morte, giura vendetta contro i suoi carnefici.rosetta piazza vetra

Come sia avvenuta esattamente non è ancora del tutto chiaro, infatti, spira alle 11,30 del 27 agosto 1913, all’età di circa diciotto anni. Le ipotesi della sua morte sono due: la prima afferma che sia deceduta per le percosse subite da agenti della Pubblica Sicurezza nella notte precedente che aveva effettuato degli arresti.

La seconda, secondo i rapporti della Questura suffragati dall’autopsia, affermano la tesi del suicidio tramite pastiglie di sublimato corrosivo. Il Corriere della Sera al proposito titolava: “Grave ribellione alle guardie. Una donna che si uccide”. Testo apparso sul Corriere del Pomeriggio del 27 agosto 1913.

Il quotidiano Avanti, organo ufficiale del Partito Socialista Italiano, avanzò subito alcuni dubbi in merito al suicidio, seguiti poi da altre testate, che portarono al rinvio a giudizio di due agenti per lesioni, che furono comunque assolti. Due testimoni che aveva visto le guardie in borghese percuotere brutalmente la ragazza, non furono poi in grado di identificare gli autori.

Lo scrittore Leonardo Sciascia scrisse alcune recensioni sulla vicenda, e precisamente:

- Leonardo Sciascia, la Storia della povera Rosetta, Sciardelli, 1983.

- Leonardo Sciascia, Cronachette, Sellerio, 1985.

- Leonardo Sciascia, Così ammazzarono la povera Rosetta, in Corriere della Sera, 4 dicembre 1983.

Comunque sia avvenuto, non posso non provare pena per questa povera ragazza, vittima comunque di violenza e sopraffazione.

Vediamo adesso la canzone, o meglio le canzoni, poiché esistono due versioni, che alcuni autori gli hanno dedicato.  Nella prima, cantata da Nanni Svampa e dai Gufi,  il verso iniziale cita come giorno della morte “il tredici di agosto”, che sappiamo però essere una data errata. In una seconda canzone, cantata tra gli altri da Milly, pseudonimo di Carolina Mignone, la data riferisce il ventisei agosto, anche se Rosetta morì in realtà la mattina del ventisette agosto.

Nella versione interpretata da Nanni Svampa che si trova registrata nel terzo volume della sua “Antologia sulla canzone lombarda”, edito nel 1970 col sottotitolo “la mala e l’osteria”, si parla proprio del 13 agosto. Ecco comunque il testo della canzone in memoria della povera Rosetta.

 

Il tredici di agosto,
in una notte scura,
commisero un delitto
gli agenti di questura.

Hanno ammazzato un angelo:
di nome la Rosetta.
Era di piazza Vetra,
battea la Colonnetta.

Chi ha ucciso la Rosetta
non è della Ligera:
forse viene da Napoli,
è della Mano Nera.

Rosetta, mia Rosetta,
dal mondo sei sparita,
lasciando in gran dolore
tutta la malavita.

Tutta la malavita
era vestita in nero:
per ‘compagnar Rosetta,
Rosetta al cimitero.

Le sue compagne, tutte,
eran vestite in bianco:
per ‘compagnar Rosetta,
Rosetta al camposanto.

Si sente pianger forte
in questa brutta sera:
piange la piazza Vetra
e piange la Ligera.

Oh, guardia calabrese:
per te sarà finita;
perché te l'ha giurata
tutta la malavita.

Dormi, Rosetta: dormi
Giù nella fredda terra;
a chi t'ha pugnalato,
noi gli farem la guerra;

a chi t'ha pugnalato
noi gli farem la guerra.

 

Questo è quanto di quel triste avvenimento che ha visto una povera ragazza perdere la vita per un atto di cattiveria.

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