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Galleria Vittorio Emanuele II a Milano: storia, architettura, curiosità

  • Redazione MilanoFree.it

galleria vittorio emanuele ii dallaltoCostruzione della Galleria di Milano

Considerata il primo “salotto” coperto d’Europa, la Galleria di Milano dedicata a Vittorio Emanuele II è tra i luoghi più visitati della città. I lavori iniziarono ufficialmente nel 1865 e si conclusero nel 1877, su progetto dell’architetto Giuseppe Mengoni. Per far spazio al nuovo asse urbano furono demoliti il Rebecchino e il Coperto dei Figini, scelte molto discusse all’epoca.

La sera del 30 dicembre 1877, alla vigilia dell’inaugurazione dell’arcone su piazza Duomo, Mengoni precipitò dalle impalcature: un evento tragico che entrò nella memoria cittadina.

Architettura e pianta

La Galleria è un edificio monumentale in stile neoclassico e neo-rinascimentale con pianta a croce: due bracci perpendicolari (lunghezze 196 m e 105 m) si incrociano in un grande spazio centrale. Struttura in muratura per le facciate e coperture in ferro e vetro per le navate, soluzione all’avanguardia per l’epoca.

La Cupola della Galleria e l’Ottagono

L’incrocio dei bracci genera l’Ottagono, sormontato da una cupola di vetro e ferro alta circa 47 m con diametro 39 m. Al momento della costruzione non esistevano in Europa coperture vetrate di dimensioni e forma analoghe: una vera meraviglia ingegneristica ottocentesca.

galleria vittorio emanuele ii semi lunettaLe semi-lunette e i mosaici

Alle basi della cupola si ammirano quattro grandi semi-lunette (15 × 7 m) con allegorie dei continenti Europa, Asia, Africa e America, realizzate da Angelo Pietrasanta, Bartolomeo Giuliano, Eleuterio Pagliano e Raffaele Casnedi. In origine erano dipinti su tela; nel 1921 furono sostituiti da mosaici che riproducono fedelmente i soggetti.

Alle estremità dei bracci corti compaiono altre quattro allegorie delle attività umane: Arte, Industria, Agricoltura e Scienza, anch’esse oggi visibili come mosaici.

galleria vittorio emanuele ii stemmaPavimenti e stemmi

Il pavimento, curatissimo come un grande mosaico, alterna lastre e tesserine di marmi pregiati (tra cui Bardiglio, Rosso Verona, Marron prugna, Nero Assoluto, Bianco del Grappa, Rosso di Francia) e inserti di vetro smaltato. Al centro spicca lo stemma di Casa Savoia; ai lati, gli stemmi di Milano, Torino, Firenze e Roma, le quattro capitali del Regno d’Italia.

Curiosità: secondo la tradizione, ruotare il tallone destro sopra il toro di Torino porterebbe fortuna. L’usura causata dal rito ha reso necessari periodici restauri del mosaico.

galleria vittorio emanuele ii cariatidi e stemmiCariatidi e stemmi delle città

L’apparato decorativo comprende cariatidi in marmo, telamoni e stucchi. Sulle ringhiere corre una teoria di stemmi che richiama le città italiane, sottolineando l’ambizione nazionale dell’opera nel primo trentennio postunitario.

Le ventiquattro statue scomparse

All’interno della Galleria erano collocate 24 statue in gesso dedicate a celebri italiani (tra cui Leonardo, Dante, Volta, Cavour). Il materiale si deteriorò rapidamente: per motivi di sicurezza furono rimosse a fine Ottocento e non più riposizionate.

Il “rattìn”

In origine la Galleria era illuminata a gas. L’accensione serale avveniva con un congegno mobile che percorreva i bracci accendendo progressivamente i lumi: per la forma ricordava un topolino, da cui il soprannome milanese rattìn. Un piccolo spettacolo urbano che richiamava i curiosi.

La Galleria oggi: restauri e visita

Negli ultimi anni la Galleria è stata oggetto di importanti restauri alla pavimentazione e alle facciate, con interventi periodici sul celebre toro in mosaico. È in corso l’attenzione anche alla grande copertura in ferro e vetro. L’accesso è libero: collega Piazza Duomo a Piazza della Scala. Per una sosta “storica”, segnaliamo Caffè Campari, Camparino, Savini e le antiche librerie e cappellerie.

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