Prevenzione e cura della pancreatite acuta: parola al nostro esperto, il Dottor Gennaro Cuccurullo
La pancreatite acuta è una delle più gravi infiammazioni che colpisce il pancreas e se non si intervenisse nel miglior dei modi e nei tempi più veloci possibili, potrebbe creare seri problemi per la salute di chi ne è affetto.
Il Dottor Gennaro Cuccurullo, chirurgo d’urgenza MCAU competente in medicina integrata presso l’Ospedale Maresca di Torre del Greco Napoli (NA), in qualità di chirurgo e medico in urgenza, conosce molto bene questa infiammazione.
Dottore, la pancreatite è un’infiammazione molto seria che non va assolutamente sottovalutata. Di che cosa si tratta precisamente e quali sono le cause che può scatenarla?
La pancreatite è un’infiammazione del pancreas che può diventare molto seria se sottovalutata, nel senso che vengono ignorati alcuni segni e sintomi che la determinano.
Tale infiammazione può essere improvvisa e allora parleremo di pancreatite acuta, oppure essere persistente nel tempo con sintomatologia subdola, e viene detta cronica.
Le cause che la scatenano sono fondamentalmente di tipo ostruttivo: la pancreatite da calcoli come complicazione di una calcolosi della colecisti, l’altra generalmente di origine alcoolica.
Da non escludere le pancreatiti di origine virale come complicanza del morbillo, oppure numerosi virus come EBV (Epstein-Barr Virus), Virus Coxakie B, CMV (citomegalovirus), HIV (human immunodeficiency Virus), localizzandosi nel pancreas determinandone l’infezione acuta.
Altre complicanze come manovre inadeguate durante esami strumentali invasivi. Cause sconosciute cosiddette idiopatiche.
Quali potrebbero essere i primi campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati e i sintomi veri e propri della pancreatite acuta?
I sintomi della pancreatite diversi; domina sicuramente il dolore cosiddetto a sbarra , un dolore addominale che s’irradia alla schiena e in regione sottoscapolare, a volte talmente violento che ti fa piegare in avanti pur di ridurne l’intensità.
Altri sintomi comuni ad altre patologie digestive, possono essere la nausea, il vomito e la febbre.
Nel momento in cui si pensasse che ci fosse una pancreatite acuta, quali dovrebbero essere gli esami e la diagnosi a cui un paziente dovrebbe sottoporsi?
R: Gli esami da effettuare sono un semplice prelievo ematico per la ricerca di enzimi caratteristici pancreatici: amilasi e lipasi che di solito si innalzano ed un esame strumentale come l’ecografia addominale.
Una volta accertata l’infiammazione, quale dovrebbe essere la cura e quanto potrebbe essere importante il tempo di diagnosi e di intervento nel curare la pancreatite acuta?
La tempestività della diagnosi è sempre importante, in questo caso potrebbe essere addirittura salvavita.
Infatti, nella cosiddetta “pancreatite acuta fulminante necrotica, solitamente nefasta, avere subito la possibilità d’intervenire salva la vita al paziente.
Di solito nella pancreatite la cura principale è il digiuno, mettere a riposo l’organo parte integrante del metabolismo digestivo, significa evitare la produzione dei suoi enzimi caratteristici, che durante la fase di infiammazione acuta potrebbero addirittura auto digerirlo.
Parte della terapia è costituita dagli antinfiammatori, antibiotici e antisecretivi, quelli cioè deputati a bloccare la secrezione degli enzimi.
Questi ultimi sono ad uso ospedaliero e destinati ai pazienti più gravi in osservazione ospedaliera
Come sappiamo in medicina la prevenzione è un fattore importante per la salute del paziente. Quali potrebbero essere i fattori di prevenzione e quanto è importante il ruolo dell’alimentazione?
La prevenzione sicuramente è importante, come per tutte le malattie.
La storia del paziente sua personale in particolare, ma anche quella familiare, porta il medico curante ad indirizzare il paziente ad osservare protocolli, di controllo periodico dello stato di salute in quelle famiglie dove si sospetta una predisposizione morbosa.
L’alimentazione è importante, poiché in questo caso l’organo metabolico è più degli altri esposto alle discrepanze alimentari, specie quelli stimolanti l’infiammazione.
Si tratta di eliminare di solito cibi molto raffinati, o troppo complessi, grassi saturi, etc.
La prevenzione, si può quindi ottenere a tavola con una dieta equilibrata e meglio personalizzata, ricca di alimenti freschi, frutto della terra su cui si vive, dove noi siamo meglio adattati.
Un pensiero che ho fatto mio non esistono diete assolute anche se la nostra dieta mediterranea è considerata patrimonio dell’umanità, è per noi sicuramente la migliore.
Ciascun individuo ha delle peculiarità che vanno osservate e rispettate.
La tradizione e il territorio, la permanenza in determinati luoghi fa adattare l’organismo e gli fa sviluppare anche peculiarità digestive che gli fanno mantenere una buona salute.
Mangiare pesce crudo in Siberia non è la stessa cosa che mangiarlo in Africa!