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Il mese di Giugno nei detti meneghini

Lasciato il mese di maggio, eccoci a giugno – giugn, in milanese. Anche questo mese presenta diversi detti e curiosità che ora vi vado a narrare.


📌 2 giugno – El 2 festa del Navili

È la Festa del Naviglio, che con i problemi attuali probabilmente quest’anno non si terrà. Era una giornata di festa ricca di bancarelle, cibarie, vino, birra e moltissima variopinta gente che riempiva le strade.

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📌 11 giugno – El vundes, San Barnaba

Per i milanesi, l’11 è legato a San Barnaba, considerato l'apostolo che ebbe il merito di aver inviato all’apostolato Paolo, appena convertito.
Che Barnaba abbia evangelizzato Milano è storicamente infondato, ma la festa cade a metà giugno, tempo di messi mature, e per questo è ricca di proverbi.

  • A San Barnaba, segra e mej in terra va
    (È il momento di mietere segala e miglio)

  • A San Barnaba taja el praa
    (Taglia il prato, ovvero l’erba per farne il primo fieno)

Per tagliare l’erba servivano i ranzador o ranzin (falciatori), che con la ranza (falce) iniziavano a falciare seguendo un preciso schema.
C’era infatti el capp ranzin – il capo dei falciatori – che dava l’andana, cioè il ritmo, l’ampiezza e la cadenza della falciata.

Il lavoro estivo era di otto ore, con pausa dalle 11 all’1. In primavera e autunno si lavorava sette ore, e in inverno sei ore tirate.
Il fen si lasciava in landana, cioè come veniva falciato. Poi arrivavano le donne che, col restell (rastrello), lo rivoltavano e ne facevano mucchietti o covoni.

  • Giugn streng el pugn
    (Giugno, la falce in pugno)


📌 24 giugno – San Giovann Battista

San Giovanni Battista è detto il precursore. Alcuni detti popolari:

  • San Giovann fa minga ingann
    (San Giovanni è galantuomo, non inganna)

  • El gh’ha pussee del Giovann che del Battista
    (Detto di chi ha un’ingenuità disarmante)

  • La vista la fa Battista
    (Per dire che si ha un calo della vista)

  • Tòni mòll, Battista fròll
    (Essere flosci, senza nerbo)

  • San Giovann mudavizzi
    (Invito scherzoso a darsi una regolata)

  • A San Giovann i scires fann el giovannin
    (A San Giovanni le ciliegie fanno il verme)

  • La nòtt de San Giovann se catten i nòs verd
    (Nella notte di San Giovanni si raccolgono le noci verdi per fare il nocino)

  • El mazz de San Giovann
    (La raccolta della camomilla, da fare bagnata di rugiada e far essiccare all’ombra su fogli di carta)

  • San Giovann l’ha perduu el scagn
    (Chi va via perde il posto – come all’osteria! A cui spesso si aggiungeva: “El padrun l’è turnaa, el post ghe l’ha daa”)

  • San Giovann boccadora
    (Espressione per dire che per ottenere qualcosa serve... qualche “regalino”)


📌 29 e 30 giugno – San Peder e Paol

Festa dei due Apostoli Pietro e Paolo:

  • San Peder e Paol, duu dì de festa in borgh

  • Peder gamba de veder, gamba de strasc, Peder bottasc!
    (Filastrocca infantile per prendere in giro chi ha gambe magre e pancione grosso)


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