La Balia, antico mestiere ormai scomparso
La figura della Balia era in uso nel novecento quando le famiglie erano molto numerose con 8, 10 figli o più.
Così veniva in soccorso la balia, o nutrice, che allattava e accudiva i figli degli altri. Ai tempi moderni questa figura si è estinta perché le famiglie più numerose contano di 2 o 3 figli.
Una figura preziosa, spesso molto giovane, che fungeva da "madre surrogata" a cui le famiglie benestanti si rivolgevano per allattare i propri bambini.
Spesso la balia era una donna di origini contadine spinta a diventare balia per contribuire al sostentamento economico della propria famiglia, che aveva partorito da poco o che purtroppo aveva perso il proprio bambino nei primi mesi di vita; la mortalità infantile era infatti molto alta.
Requisito principale per diventare balia era quello di essere di sana e robusta costituzione per garantire una nutrizione adeguata al bambino. Se la balia non doveva allattare il bambino ma solo accudirlo veniva chiamata "balia asciutta”.
L’attività di balia era molto remunerativa per l’epoca rispetto ad altri mestieri contadini e per questo servizio chiaramente era previsto un compenso che, ahimè, era diversificato in base alla fisionomia della balia. Si avevano infatti delle credenze sulle fattezze che una balia dovesse avere e quindi il compenso saliva o scendeva proprio in base all'aspetto fisico e al livello di benessere della famiglia che la ingaggiava.
Una volta preso servizio una balia accudiva un bambino per circa 12 mesi e una volta terminato l'allattamento le venivano affidati altri neonati di altre famiglie o più spesso restava al servizio della famiglia agiata come donna di servizio.
Le balie potevano stipulare un "contratto di baliatico" direttamente con le famiglie agiate in grado di corrispondere il compenso in denaro oppure stipulare un accordo con il brefotrofio della città a favore di quelle famiglie che avevano fatto richiesta del baliatico gratuito per i bambini della Ruota degli esposti.
Il mestiere di balia è stato senza alcun dubbio uno dei duri lavori che ha contribuito a garantire la sopravvivenza e la crescita delle nuove generazioni in un’epoca in cui il latte artificiale non esisteva e il latte materno era considerato alla stregua di "oro bianco". Un mestiere da ricordare con profondo rispetto e un invito al Comune di Milano perché sia pensato ad un giusto riconoscimento verso la memoria di queste Donne e del giusto posto che meritano nella Storia.
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