Le streghe, queste sconosciute
Siamo nel periodo della Quaresima e in molti luoghi della nostra Penisola si assiste al "processo della vecchia o strega" che poi si conclude con l'immancabile rogo.
Ovviamente è un rito propiziatorio che vuole cacciare tutti i mali che affliggono l'umanità o, più modestamente, il piccolo paese. Ebbene, vediamo di conoscere più da vicino alcune di queste "streghe" che popolano la nostra Italia.
Per conoscere la prima strega andiamo in territorio ligure, precisamente alle grotte di Toirano, conosciute dagli abitanti proprio come "grotte della strega". Grotte che vi invito a visitare perché sono davvero affascinanti. La strega di questo luogo si chiama "Bàsura", e si dice sia molto cattiva, soprattutto perché non vuole che qualcuno entri nelle grotte, che afferma essere la sua dimora. È possibile che il tutto nasca dal fatto che quando spira il vento, questi, entrando e uscendo da buchi e anfratti, produce strani sibili, rumori che gli abitanti di un lontano tempo attribuirono alla strega Bàsura.
Adesso entriamo in terre della Pianura Padana e dell'Emilia Romagna, terre di paludi, stagni, canali e dove la nebbia, in alcune giornate, diviene la padrona incontrastata, ebbene, in queste terre si trova un essere mostruoso conosciuto come "La Borda", "Bordö o Bordoeu" a Milano, però con significato di Orco. Il tutto risalirebbe a una divinità celtica che presiedeva le fonti e le acque termali.
Nel cremasco e bergamasco il termine può significare nebbia. Era una strega molto cattiva, che strangolava i bambini che non volevano dormire. Al proposito ecco una tipica ninna nanna romagnola che richiama questa strega. Dice così: "Ninna nanna, la Borda lega i bei bambini con una corda. Con una corda e con una cordicella, lega i bei bambini e poi li stringe, con una corda e con un legaccio, lega i bei bambini e poi li ammazza." C'è di che stare allegri! Il romanzo dello scrittore Eraldo Baldini la leggenda di questa strega è al centro del racconto.
Per conoscere le "Cogas o Bruxas" dobbiamo attraversare il mare e recarci nella bellissima Sardegna. Sono streghe di una cattiveria inusuale, capaci di assumere qualsiasi forma e dimensione, sia animale che vegetale e persino di persone, per poi fare del male al malcapitato che le incontrasse.
Si racconta che di notte cercano di intrufolarsi nelle case dove vi è un neonato per ucciderlo, ecco perché le mamme mettevano sulla culla un bastone di canna e un Rosario benedetto. Quando una Cogas arrivava vicino a una culla, era spinta a prendere in mano la corona del Rosario e mettersi a contare i grani, che però non riusciva mai a terminare la conta prima dell'arrivo del sole che non doveva illuminarla con la sua luce, altrimenti per la strega erano dolori, oltre al fallimento dell'impresa. Ricorda la figura del Vampiro che non sopporta la luce del sole e del giorno.
Altra strega, celebrata in Piemonte, è quella della "Masca", che pare possedere facoltà sovrannaturali che si tramandano da madre in figlia o da nonna in nipote. Il termine potrebbe indicare l'anima di un morto o anche uno spirito soprannaturale o che pratica incantesimi. Hanno anche il potere della bilocazione e possono trasformarsi in animali o vegetali. Non hanno il dono dell'eterna giovinezza.
In terra Lombarda e Piemontese è molto popolare la "Giübiana o Festa della Giobia". Si tratta di un fantoccio, che rappresenta appunto questa strega, magra e dalle gambe lunghe e che si muove di albero in albero facendo spaventare soprattutto o bambini. La tradizione vuole che l'ultimo giovedì di gennaio il fantoccio-strega venga bruciato in un grande falò.
È un mondo, quello popolato dalle streghe, che ha indubbiamente un certo fascino, di cui le nostre tradizioni popolari sono ricche, e che vale la pena esplorare. Ovviamente qui intendo l'aspetto puramente folcloristico e non quello storico legato a processi di stregoneria.
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