Leggende sul Natale a Milano
TRADIZIONI E LEGGENDE NEL NATALE MILANESE
Ora che il Natale è alle porte è impossibile non parlare di leggende che legano questa magica festa a Milano.
Forse non tutti sanno che Milano conserva le spoglie dei Re Magi. Sì, proprio i tre Re che seguirono la stella cometa annunciatrice della nascita del Salvatore, gli stessi che portarono i tre doni a Gesù bambino.
Secondo la leggenda, il nono vescovo di Milano, Eustorgio, nel IV secolo ha portato da Costantinopoli le reliquie dei Magi alla sua diocesi. Durante il cammino, giunto a Porta Ticinese, non riuscì a far passare il carro su cui stava trasportando i resti sacri. Il vescovo decise allora di costruire proprio lì quella che oggi è la basilica romanica di Sant’Eustorgio e di porvi le spoglie dei Re Magi.
Più tardi, Federico Barbarossa nel 1162, dopo aver conquistato la città, trafugò quei resti che vennero trasferiti a Colonia. Solo nel 1906, dopo secoli di tentativi da parte delle autorità milanesi, sono riusciti a ricollocarli, anche se solo parte di frammenti, in Sant’Eustorgio. Nel transetto della basilica si può infatti vedere il sarcofago, che conterrebbe due fibule, una tibia e una vertebra dei tre Re, mentre sulla sommità del campanile non c’è la tradizionale croce, ma una stella a otto punte, la stessa che ha guidato i Magi fino alla capanna di Betlemme
Non a caso, una delle tradizioni folkloristiche più amate dai milanesi è il corteo storico che sfila per il centro il giorno dell’Epifania che rievoca proprio la visita regale, la processione che va dal Duomo a Sant’Eustorgio con una sosta presso la Basilica di San Lorenzo, dove si ricorda l'incontro dei Magi con Erode.
E, parlando di Natale, come non menzionare il dolce più rappresentativo di Milano: il panettone, anche questo legato a leggende e la cui ricetta è rimasta invariata per 500 anni!
La più accreditata racconta che sia nato a Milano ai tempi di Ludovico il Moro, e che sia stato inventato per caso, da un garzone di cucina, chiamato Toni. Per il Santo Natale 1495, il cuoco al servizio di Ludovico il Moro preparò un prelibato dolce per i nobili ospiti del duca, ma lo dimenticò in forno bruciandolo completamente. Per ovviare a tale problema, Toni propose come soluzione un dolce preparato da lui stesso con gli avanzi che aveva trovato in dispensa: farina, burro, uova, scorza di cedro e qualche uvetta.
Il cuoco si fece coraggio e presentò questo strano dolce a forma di grossa pagnotta ai nobili commensali: tutti furono entusiasti e a Ludovico il Moro, che voleva sapere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò: “L’è ’l pan de Toni”, ovvero il Panettone, da prodotto per nobili e borghesi milanesi, diventato oggi una presenza fissa nel Natale degli italiani.
Lavinia Sarchi
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