Alessandro Volta: uno scienziato milanese a tutto tondo
Il personaggio di cui vi voglio parlare in quest'articolo è nato a Como il 18 febbraio 1745 e morto nel marzo del 1827, si tratta di Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta, ingegnere, chimico e fisico italiano.
A tredici anni intraprende gli studi umanistici di retorica, che è l'arte di saper parlare in pubblico, e di filosofia presso la scuola dei Gesuiti. Nel 1761 entra nel Regio Seminario Benzi di Como e, incoraggiato dal canonico e fisico Cesare Gattoni, che gli mette a disposizione il suo gabinetto di scienze naturali, lo avvia ad approfondire questi studi. Questo fatto allontana il Volta di farsi sacerdote, anche se la sua fede cristiana non viene meno, infatti, si reca alla Messa quotidianamente e riveste anche la qualifica di catechista presso la parrocchia di San Donnino a Como.
Nel 1769 Volta pubblica la sua prima memoria scientifica, nella quale prende posizione nei confronti dell'interpretazione "ufficiale" dei fenomeni elettrici. Due anni dopo pubblica la sua seconda memoria, indirizzata all'abate Lazzaro Spallanzani, naturalista e professore dell'Università di Pavia. Scolasticamente conosciamo il Volta perché ha realizzato la prima pila, ma in realtà le sue scoperte non si sono limitate a questa, infatti, nel 1775 mette a punto l'elettroforo perpetuo, un generatore elettrostatico in grado di rilasciare una piccola quantità di carica elettrica, e ne da notizia al governatore generale della Lombardia.
Un anno dopo, sul Lago Maggiore, osservando dell'aria infiammabile nativa delle paludi, scopre il "metano", così nel 1777 pubblica a Milano "Lettere sull'aria infiammabile nativa delle paludi". Questa scoperta lo porta a realizzare la "pistola elettroflogopneumatica", una " Lucerna ad aria infiammabile, poi chiamata "Lampada perpetua di Volta", e una versione più perfezionata dell'audiometro, che serve per misurare le variazioni di volume di un gas. È chiamato alla cattedra di Fisica sperimentale all'Università di Pavia; le sue lezioni sono talmente affollate che portano alla costruzione di un nuovo " Teatro Fisico", oggi chiamata "Aula Volta". Arriva l'anno 1780 e Volta inventa il " Condensatore di elettricità", poi, sette anni dopo costruisce la "Bilancia elettrometrica ed alcuni Elettometri". Nel 1792 entra in disputa con Luigi Galvani, contestando la sua teoria del " fluido elettrico animale". Il Volta continua nelle sue ricerche scientifiche, descrivendo la differenza tra "conduttori metallici" e "conduttori umidi", e pubblicando importanti risultati sul comportamento dei vapori saturi.
Nel 1796, entrando i Francesi in Como, l'Università di Pavia chiude i battenti per riaprire nel 1798, ma per essere definitivamente chiusa col rientro degli Austriaci in Lombadia. Volta lascia Pavia e ritorna a Como dove, nella sua casa di Lazzate, procede all'invenzione della Pila, da lui definita " organo elettrico artificiale". Tutto questo fa si che Napoleone proponga all'Accademia di onorarlo della medaglia d'oro, lo nomina membro straniero dell'Istituto e gli assicura una donazione eun vitalizio. Sarà poi anche nominato membro del " Congresso di Lione" per la Repubblica Cisalpina. Sempre l'imperatore francese lo nomina membro dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, membro della Legion d'Onore, senatore del Regno d'Italia e conte del Regno Italico. Nel 1819 Volta si ritira a vita privata, residendo tra Como e la casa di campagna di Camnago.
Quando nel nostro Paese vigevano ancora le Lire, qualcuno si ricorderà che la banconota da diecimila recava l'effige di Alessandro Volta e il Tempio Voltiano. Gli è stato dedicato anche un asteroide, il " 8208 Volta", così come un cratere sulla Luna porta il suo cognome. La nostre Poste gli hanno dedicato, nel 1949, una serie di due valori filatelici, il 20 lire Pila di Volta, e il 55 lire Busto di Volta. La Centrale termoelettrica di Montalto di Castro prende il nome di Alessandro Volta, così come numerose scuole.
Uno scienziato, questo Volta, a tutto tondo, e non solo conosciuto perché ha ideato la famosa "Pila".
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