Emilio De Marchi: tra i più importanti narratori milanesi
Ecco un altro personaggio milanese che ha fatto onore alla nostra metropoli lombarda. Il personaggio in questione è lo scrittore Emilio De Marchi, nato a Milano il 31 luglio 1851 e ivi morto nel febbraio del 1901.
E' ritenuto tra i più importanti narratori del secondo Ottocento italiano, descrivendo, nelle sue opere, la vita contadina e della piccola borghesia lombarda.
Si laureò in lettere all'Accademia scientifico letteraria di Milano, che diventerà poi l'Università degli Studi di Milano. L'Accademia scientifico letteraria era stata fondata dal Conte e Barone Gabrio Casati, podestà di Milano surante le Cinque giornate di Milano, divenuto successivamente Ministro della Pubblica Istruzione del Regno di Sardegna trasformato poi in Regno d'Italia.
De Marchi divenne segretario dell'Accademia e libero docente di Stilistica. Per Stilistica si deve intendere l'insieme dei mezzi stilistici propri di ciascuna lingua. Non tralasciò di frequentare il mondo letterario milanese, in quel momento retto dal gruppo artistico conosciuto come Scapigliatura. Fu uomo attivo anche nelle istituzioni caritative dell'epoca, provenendo anch'egli da una famiglia di modeste condizioni.
Fondò la rivista "la vita nuova" cui diede una impronta equilibrata di impegno sociale, rivista che abbandonò quando si volle fondere con la rivista radicale "il preludio" in quanto ritenne inconciliabili i differenti punti di vista. Negli anni successivi si dedicò a scrivere romanzi che, secondo le usanze dell'epoca, venivano pubblicati a puntate su periodici e quotidiani. Si ricordano ad esempio: Due anime e un corpo, Tra gli stracci. Fu il primo, per l'esperienza letteraria italiana, a inventare il romanzo nero o noir pubblicando, nel 1888, il romanzo, ambientato a Napoli, dal titolo "Il cappello del prete". L'anno successivo pubblica lo scritto "Demetrio Pianelli", ambientato in un ambiente tutto milanese. Altri interessanti romanzi sono: Arabella del 1892, Redivivo del 1894, tre anni dopo con Giacomo l'idealista e, nel 1900, Col fuoco non si scherza.
Ma De Marchi non fu solo scrittore, ma anche traduttore, infatti, la casa editrice Sonzogno pubblica a dispense la sua traduzione in versi delle favole del poeta e scrittore francese Jean La Fontaine, illustrato da Gustave Doré.
In queste traduzioni il De Marchi ha voluto e saputo eliminare quei riferimenti tipicamenti francesi, sostituendoli con termini più consoni al pubblico italiano, spostando il nocciolo delle Favole da Parigi a Milano. Nei suoi libri a contenuto pedagogico esaltò i valori tradizionali della famiglia e della nostra religione. Nei suoi scritti di carattere politico, era favorevole alla nascita di un forte partito conservatore, guidato da un governo aristocratico e invitando le classi popolari ad accettare quella dipendenza. Muore all'età di 50 anni e viene sepolto nel cimitero di Paderno Dugnano, comune che sorge nell'alta pianura lombarda nella Brianza meridionale.
Elenco alcune sue opere che vogliono essere un invito per una lettura.
- Il signor Dottorino.
- Storielle di Natale.
- Sotto gli alberi. Storielle.
- Il cappello del prete.
- Tra gli stracci. Racconto popolare.
- Prima di prender moglie. A beneficio degli uomini semplici.
- Le due Marianne.
- Quel maledetto coltello. Ovvero, il delitto di Osnago.
Milano ha giustamente dedicato una via a questo personaggio che ha, non solo fatto conoscere la nostra Milano, ma ne ha descritto anche la quotidianità della gente semplice e lavoratrice.
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