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Gran Rifiuto: da Celestino V a Benedetto XVI

  • Rossella Laria
celestino vOggi che Benedetto XVI comunica la propria decisione di lasciare il pontificato, si parla molto dell’unico Papa che, prima di lui, fece questa scelta: Celestino V, al secolo Pietro Angelerio (detto Pietro del Morrone) nato in Molise tra il 1209 e il 1215 e Papa per 4 mesi nel 1294, che sebbene non fu l'unico pontefice ad abdicare nella storia della Chiesa, fu l'unico a farlo in modo spontaneo perché non tollerava il peso del pontificato.
 
Di origini contadine, Pietro del Morrone aveva grande predisposizione all'ascetismo e alla vita eremitica e viveva dal 1239 in una isolata caverna sul Monte Morrone, sopra Sulmona, da cui prese il nome. Fatta eccezione per il periodo romano in cui prese i voti, e per il tempo dedicato alla costituzione di una congregazione di frati eremiti, la sua fu una vita trascorsa in solitudine.
Dopo due anni dalla morte di Papa Niccolò IV (1292) e diverse interruzioni, il Conclave, si trovava in una situazione di stallo perché le fazioni che sostenevano le diverse famiglie più potenti non riuscivano ad accordarsi. Pietro del Morrone aveva predetto "gravi castighi", e la sua profezia fu inviata al cardinale Latino Malabranca che la portò all'attenzione degli altri, proponendo l’elezione del monaco eremita. Dopo iniziali resistenze il monaco fu eletto all’unanimità grazie alla sua fama di  uomo santo. Secondo alcuni la missiva fu composta su istigazione del re Carlo II d’Angiò, che aveva urgente bisogno della presenza di un Papa che ratificasse un accordo raggiunto con gli aragonesi.
 
Visto che per la Chiesa Cattolica la nomina da parte dei porporati avviene sotto la guida dello Spirito Santo, il monaco si trovò ad accettare la carica suo malgrado, per dovere d'obbedienza. Fu incoronato a L’Aquila il 29 agosto 1294 con il nome di Celestino V. La sera stessa concesse con una bolla l’indulgenza a tutti i fedeli, istituendo il rito della Perdonanza festeggiato ancora nel territorio aquilano.
Ma Celestino V – oltre ad essere molto anziano – era totalmente privo di esperienza di governo ed estraneo alle problematiche della Santa Sede, aveva inoltre una bassa preparazione culturale tant’è che durante i concistori si doveva parlare in volgare, data la sua scarsa conoscenza della lingua latina. Sembra che a supportare la sua scelta di rinunciare al soglio pontificio fu il cardinale Benedetto Caetani, esperto di diritto canonico, che riteneva che la rinuncia fosse legittima.
 
Così il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel corso di un Concistoro, comunicò leggendo una bolla la propria abdicazione. 
Il suo fu quello che Dante definì “il gran rifiuto”, collocando il povero eremita tra gli ignavi del suo Inferno; le parole di Dante sono molto sprezzanti, proprio perché la rinuncia di Celestino portò al soglio pontificio Bonifacio VIII, proprio il cardinal Benedetto Caetani, un guelfo decisamente inviso al padre della nostra lingua. Bonifacio VIII impedì a Pietro del Morrone di tornare al suo eremo e lo fece rinchiudere in una rocca ciociara, dove morì il 19 maggio 1296, dopo aver recitato l’ultima messa. Il Papa (che secondo voci che iniziarono a circolare immediatamente, fu il mandante dell’assassinio) portò il lutto per la morte del predecessore, caso che non si era mai verificato, e diede il via al processo di canonizzazione.
 
Oggi Celestino V è un Santo dalla Chiesa cattolica, festeggiato il 19 maggio. Le spoglie sono conservate a L’Aquila, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove era stato incoronato Papa. Dopo il terremoto del 2009 e il crollo della volta della basilica, si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco per il recupero della Teca.
 
È singolare ricordare che proprio dopo il terremoto Benedetto XVI si recò a L’Aquila e pose sulla teca il suo pallio pontificio.
 
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