Valentino Bompiani: editore, scrittore e segretario
Valentino Bompiani, un grande editore milanese, un uomo che seppe fare grande l’editoria milanese pubblicando autori e opere indimenticabili.
Primogenito di una coppia della media borghesia marchigiana, Valentino Bompiani nacque a Ascoli Piceno il 27 settembre del 1898.
La sua infanzia fu molto movimentata, infatti il padre, militare tra i più importanti dell’esercito, costrinse Valentino e la sua famiglia nel giro di pochi anni a continui trasferimenti da una parte all’altra dell’Italia umbertina.
Fu in quel periodo che, durante un soggiorno a Roma, il ragazzo venne iniziato dai suoi cugini alla letteratura italiana e straniera, divenuta da quel momento in poi una delle passioni principali della sua vita.
Nel 1924, pochi anni dopo la fine della guerra, Bompiani arrivò a Milano, dove venne assunto come segretario di Arnoldo Mondadori, il più noto editore dell’epoca.
Contemporaneamente Valentino iniziò anche a collaborare con la Unitas, una piccola casa editrice che aveva la sua sede presso la galleria Vittorio Emanuele, ma dopo tre mesi se ne andò per un litigio con i proprietari, che non avevano gradito la sua decisione di pubblicare una parodia pornografica del Promessi Sposi, scritta da Guido da Verona.
Nel 1929, dopo aver lavorato per sei anni con Mondadori, Bompiani si licenziò, in quanto da tempo sognava di aprire una casa editrice che avrebbe portato in Italia grandi autori stranieri sconosciuti, al fianco di alcuni italiani esordienti.
Con una segretaria, quattro tavoli, un giovanissimo fattorino e un grande fiuto per le novità letterarie, Valentino affittò tre stanze nella via Durini e alla fine di quello stesso anno pubblicò la biografia di Don Bosco scritta dal gesuita Ernesto Vercesi.
Era nata la Bompiani, una della case editrici più note ed amate del novecento italiano.
Per quasi quarant’anni Valentino diresse la sua casa editrice, dividendola in due filoni ben distinti; collane letterarie e raccolte enciclopediche.
Mentre alle seconde si può ascrivere il “Dizionario Letterario delle Opere, dei Personaggi e degli Autori di tutti i tempi” che con la monumentale “Enciclopedia Pratica Bompiani” fu uno degli apici della carriera dell’editore, le collane furono circa una ventina ed ebbero spesso una vita molto travagliata.
Le più note furono “La Letteraria” che propose grandi autori stranieri ed italiani, tra cui Saint – Exupery con “Il piccolo principe” e “Il cucciolo” della Rawings, “I Delfini” che fu la collana di tascabili della casa editrice, “Corona” e “Pantheon” che furono attive dal 1940 fino alla fine degli anni Quaranta curate da Elio Vittorini, “La Zattera” di Cesare Zavattini, ristampe in formato mignon degli autori della “Letteraria” ma che durò solo per 24 numeri e “Il Pesanervi” degli anni Sessanta, che proponeva libri delle correnti più sperimentali.
Bompiani era molto legato ai suoi autori, tra cui ricordiamo Alberto Moravia, che dopo aver pubblicato con la Alpes e la Mondadori sarebbe diventato l’autore di punta della casa editrice, Elio Vittorini, a cui si deve nel 1942 l’antologia “Americana” che venne censurata dal fascismo per il suo atteggiamento filostatunitense, e i meridionali Vitalano Brancati e Corrado Alvaro, grandi amici di Valentino.
Inoltre dal 1946 fino al 1971 Bompiani fu l’editore di “Sipario” la più famosa rivista italiana di teatro del novecento.
Ma nel 1972 il crollo verticale delle vendite costrinse l’editore ad una dolorosa scelta, cedere la Bompiani, con il suo catalogo, alla Rizzoli, da sempre storica rivale di Valentino.
Anche se ormai era solo il presidente onorario della sua casa editrice, Valentino continuò ad essere sempre presente nel mondo dell’editoria, collaborando al lancio di “Il nome della rosa” scritto dall’ amico e collaboratore Umberto Eco e scrivendo la trilogia “Via privata”, “Dialoghi a distanza” e “Il mestiere dell’editore” dove rievoca con ironia i suoi primi anni a Milano.
Verso il Natale del 1991 l’editore, ormai vecchio e stanco, scrisse “Addio agli amici” un piccolo e struggente memoir in cui ricorda 78, tra autori e semplici collaboratori, che avevano collaborato con lui durante gli anni della grande Bompiani.
Fu quasi un presagio della fine imminente; infatti pochi mesi dopo, il 23 febbraio del 1992, Valentino mori nella sua casa di Milano, confortato dalla moglie con le due figlie.
Oggi le sue spoglie riposano nel Monumentale di Milano, a pochi passi da dove si trovava la prima sede della sua casa editrice.