Il Porto di Mare di Milano
Oggi è solo una delle tante fermate della linea Gialla 3 della Metropolitana di Milano, ma per anni quella piccola stazione è stata il centro del Porto di Mare, che rappresenta il tentativo fallito di trasformare Milano in un punto di riferimento per le imbarcazioni che attraversavano i canali di Milano e della sua provincia.
La storia del Porto di Mare di Milano cominciò nei primi anni del Novecento, quando l’ingegner Pirelli del Genio Civile di Milano progettò uno scalo per le barche che dal Naviglio arrivavano a Milano ispirandosi al tracciato degli antichi Romani, che avevano individuato il punto di partenza a Rogoredo, dove le acque si raccoglievano prima di dirigersi verso il fiume Lambro.
Il progetto fu subito ben accolto dai tecnici del Comune, che colsero immediatamente l’occasione di avere uno scalo che fosse adatto a un uso commerciale, con bacini disposti a pettine, e che potesse anche diventare un canale industriale usato dalle industrie milanesi che si fossero stabilite nell’area.
Alla fine del 1917, mentre l’Italia si stava riprendendo dalla disfatta di Caporetto, venne approvato il progetto definitivo che prevedeva la nascita di una nuova azienda portuale per Milano, ma fu solo dopo la fine del conflitto che vennero avviati i lavori, anche allo scopo di dare lavoro ai molti disoccupati che erano appena tornati dal fronte.
Dal 1919 fino al 1922 il cantiere del nuovo porto fu in piena attività con diverse operazioni, come lo sbancamento del porto commerciale e lo scavo di alcuni tronchi del canale, che si estendevano per 20 chilometri tra Lodi, San Giuliano, Maccastorna e Maleo.
Ma a causa di alcuni problemi tecnici i lavori vennero sospesi fino al 1936, quando il podestà di Milano fece riaprire il cantiere per diminuire il traffico alla Darsena, che negli ultimi anni era diventato di 70 navi il giorno.
Dopo una revisione del progetto da parte dell’ingegner Giuseppe Baselli, che fece trasferire il porto industriale nella zona sud di Milano con un lungo canale come anello di congiunzione al Naviglio Pavese e che continuava in linea retta fino al Naviglio Grande, mentre all’incrocio due grandi darsene avrebbero favorito gli scambi tra i battelli piccoli e quelli di dimensioni maggiori, e il canale avrebbe attraversato l’Adda fino ad arrivare a Cremona.
Solo nel 1972, dopo il nuovo ordinamento regionale, la Lombardia diede inizio ai lavori, che cominciarono con nuovi canali paralleli al fiume e un nuovo tratto che collegava l’Adda fino a Cremona.
Ma dopo il nuovo decreto del 3 giugno del 2000 il consorzio è stato soppresso dallo Stato italiano e oggi del Porto di Mare rimane solo la stazione periferica della linea gialla 3 della Metropolitana di Milano.
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