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Milano Cristiana

brera napoleoneMilano Cristiana
(Tratto da "Ti racconto Milano" di Franco Fava - Ediz. Libreria Milanese)

Il 13 marzo dell' anno 52 d.C. un umile pellegrino giunse alle porte di Milano. Pareva uno dei tanti poveretti che, stanchi laceri e polverosi, giravano il mondo in cerca di fortuna. Ma questo non era come gli altri: portava con sé una novità straordinaria e per quei tempi rivoluzionaria: il cristianesimo.
Gesù Cristo era stato crocifisso da neppure vent'anni e i suoi apostoli, sorretti dalla sola fede, osteggiati e derisi, stavano faticosamente diffondendone la dottrina nel mondo pagano: Barnaba, figlio della consolazione, il nostro pellegrino, faceva parte di quel pugno di uomini.

Dopo aver conficcato il bastone in un grosso masso, nella boscaglia che si stendeva davanti a Porta Argentea (l'attuale Porta Ticinese), iniziò la sua predicazione tra i pellegrini e i viandanti; dopo di che si decise finalmente ad entrare in città, ed al suo passaggio tutte le statue degli dei pagani si frantumarono in segno di deferenza. Il miracolo destò una certa impressione, tanto e vero che le autorità cittadine decisero che forse era meglio chiudere un occhio: cosi Barnaba poté tranquillamente continuare la sua missione, tanto che viene ricordato come il protovescovo di Milano.

Dopo sette anni lasciò la carica al discepolo Anatalone, partì per Bergamo, andò poi a Brescia, quindi in altre città, finchè non fece ritorno a Cipro, sua patria, dove fu martirizzato dagli ebrei nel 63 d.C.
E' curioso notare che il 13 di marzo viene tuttora festeggiato con un mercato di fiori e alimentari detto "El tredesin de Marz".

Il cristianesimo iniziò cosi la sua fantastica ascesa anche a Milano. Ed anche se quella di San Barnaba in fondo non è che una leggenda, risponde certamente al vero quando afferma che la dottrina poté diffondersi con una certa tranquillità. I primi nuclei di cristiani si radunavano in associazioni che avevano il crisma della legalità (sodalizi funerari) ufficialmente sorti per garantire conveniente sepoltura ai propri soci e autorizzati dallo Stato.
Le autorità erano certo al corrente delle pratiche religiose che si svolgevano all'interno di questi cimiteri, ma chiudevano spesso un occhio. Presto però iniziarono le persecuzioni, i cimiteri furono confiscati, alcuni cristiani arrestati e martirizzati. Tra di essi ricordiamo il vescovo Calimero, ucciso a furor di popolo e gettato in un pozzo.
La repressione otteneva pero sempre gli effetti contrari: passata la sfuriata i cimiteri ritornavano alle loro funzioni con un numero maggiore di adepti e la Chiesa cattolica si ingrandiva. Alla fine delle persecuzioni (l' ultima, particolarmente violenta, fu quella ordinata da Diocleziano nel 311) la Chiesa milanese era ormai potentissima e il vescovo metropolita estendeva la sua giurisdizione in Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia.

Nel 313 infine Milano fu testimone di un fatto storico di grandissima importanza: gli augusti Costantino e Licinio promulgarono un Editto con il quale veniva concessa piena libertà di culto ai cristiani e veniva restituita al clero ogni sua proprietà.

La Chiesa cattolica riceveva cosi il suo definitivo riconoscimento e chiudeva nello stesso tempo il suo periodo eroico. Nel 355 Costantino II avrebbe proibito tutti i culti pagani ed infine, con un altro editto promulgato a Milano, nel 391 Teodosio li avrebbe prescritti definitivamente.
Le testimonianze principali giunte sino a noi sono soprattutto le chiese fondate da S. Ambrogio = S.  Ambrogio, S. Simpliciano, S. Nazaro, S. Eustorgio.

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