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Tredesin de Marz: storia, pietra e Festa dei Fiori a Milano (13 marzo)

  • Redazione MilanoFree.it
La pietra del Tredesin de Marz a Milano, simbolo della festa dei fiori
El Tredesìn de Marz, tra leggenda, primavera e tradizione milanese.

El Tredesìn de Marz (13 marzo) è una delle feste più antiche e amate di Milano: annuncia la primavera ed è storicamente legata alla Festa dei Fiori nel quartiere di Porta Romana–Vigentino. La ricorrenza si ricollega alla celebre pietra del Tredesin, oggi visibile nella chiesa di Santa Maria al Paradiso.

Origini e leggenda

Secondo la tradizione, il 13 marzo dell’anno 51 d.C. l’apostolo San Barnaba annunciò il Cristianesimo ai milanesi e piantò una croce su una pietra rotonda con un foro centrale e tredici raggi, simbolo che nel tempo è stato collegato anche a antichi riti celtici di primavera.

La pietra del Tredesin: dove vederla

La cosiddetta pietra del Tredesin è oggi incastonata nel pavimento della navata centrale della chiesa di Santa Maria al Paradiso (Corso di Porta Vigentina, 14). In origine era venerata presso la chiesa di San Dionigi a Porta Orientale; dopo la sua demolizione nel Settecento, fu trasferita nell’attuale sede. L’oggetto, di probabile origine celtica, presenta un foro centrale da cui si irradiano 13 linee, spesso interpretate come i mesi del calendario lunare.

Quando si festeggia oggi

La festa cade il 13 marzo; la storica Fiera dei Fiori si svolge di norma nella domenica più vicina alla ricorrenza, con bancarelle e iniziative tra via Crema e le vie vicine a Porta Romana. Ogni anno possono variare data esatta e programma: verifica sempre l’edizione in corso prima di partecipare.

Curiosità e usanze

In passato si credeva che, nel giorno del Tredesin, tagliare i capelli ai bambini li facesse ricrescere più folti e robusti. La festa è anche un segno del passaggio dall’inverno alla bella stagione, con le strade addobbate di fiori e piante.

I versi di Emilio De Marchi

«E quî giornad del tredesin de Marz?
Gh’era la fera, longa longhera, giò fina al dazi, coi banchitt de vioeur,
de girani, coi primm roeus, e tra el guardà, l’usmà, el toccà,
se vegneva via col coeur come on giardin, pensand al bell faccin de
Carolina che sotta al cappellin a la Pamela e col rosin sul sen
la pareva anca lee la primavera».
(Emilio De Marchi)
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  • Ultimo aggiornamento il .