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La Rondine nella simbologia

La Rondine, un uccello elegante e che a vederla volare incanta con i suoi rapidi volteggi. Uccello che, come il Cuculo, annuncia la primavera, come ci ricorda il noto proverbio “A San Benedetto la rondine sotto il tetto”.

Vi è però un altro proverbio che ci attenziona a non fidarci troppo della prima rondine che compare all’orizzonte, e questo perché “una rondine non fa primavera”, come monito a non fidarsi delle apparenze. Come annunciatrice della primavera è divenuta, nell’ambito del cristianesimo, emblema della Speranza, e questo perché se la si osserva mentre scende dal cielo verso terra, tiene la testa in basso, le ali curvilinee e le penne caudali tanto da sembrare un’ancora, la quale è considerata simbolo proprio della virtù della Speranza.rondini pix

Spesso le rondini fanno il loro nido sotto i cornicioni dei tetti, per questo la si considera una protettrice della casa. 

Poiché tende difficilmente a posarsi sulla nuda terra, ma lo fa solo per procurarsi il necessario per la costruzione del nido, la vuole che sia scevra da ogni lordura, da ciò che è sporcizia.

Nell’antico Egitto simbolo dell’anima umana, chiamato “ba”.

Nell’antica Roma la rondine era considerata di buon augurio e che ucciderla sarebbe stato motivo di disgrazia e sfortuna. Inoltre erano convinti che gli spiriti dei bambini morti in tenera età si reincarnassero in una rondine per poter ritornare a visitare la casa dove erano vissuti.

Nel Medioevo questo volare, in apparenza senza un preciso scopo, una meta, la fecero divenire l’emblema dell’incostanza e, successivamente nel Rinascimento, quello dell’amicizia senza giovamento e anche attributo della loquacità poiché  legato al verso aspro e stridulo, ossia il garrire che significa chiacchierona, loquace. Sempre in quell’epoca ecco assumere il simbolo dell’arte dell’architettura e dell’ingegnosità per la sua abilità di costruirsi il nido.

Nel mondo classico simbolo della luce mentre, nell’arte cristiana del tardo Medioevo simbolo di Cristo e della Risurrezione, poiché si pensava che la rondine fosse in grado di dare la vista ai suoi piccoli tramite il succo della Celidonia, pianta che aveva fama di guarire dalla cateratta. Il fiore della Celidonia con quattro petali disposti a forma cruciforme fu adottato da scultori medievali specie in terra di Francia, ad esempio nelle cattedrali di Parigi e Reims.

Se una rondine appariva nella stagione invernale era considerato di cattivo auspicio, addirittura demoniaco.

Una antica poesia del XIX secolo così recitava:

Torneranno le scure rondini

e nel tuo balcone i nidi appenderanno,

e un’altra volta con l’ala sui vetri

per gioco chiameranno.

Alla rondine si può ben affidare il proverbio “l’unione fa la forza” poiché quando compare un uccello predatore, ad esempio un Gheppio, le rondini subito si richiamano riunendosi insieme, subito precipitandosi contro l’intruso il quale, se non vuole avere la peggio, è costretto a battere in ritirata. Altro emblema riconosciuto alla rondine è quello della libertà in quanto non sopporta assolutamente la schiavitù di una gabbia.

A questo proposito il poeta Ludovico Ariosto così si esprime:

Mai può durare il rusignolo in gabbia,

più vi sta il cardellino e più il fanello,

la rondine in un dì vi muor di rabbia.

 

Si credeva anche che le rondini avessero capacità profetiche e di indovino in quanto abbandonavano una casa dove avevano nidificato che sarebbe caduta.

Nel mondo greco la rondine, che appariva in primavera e cantava sul far del giorno svegliando chi ancora dormiva, simboleggiò i perfetti asceti che, quando è ormai trascorso il tempo del corpo, ovvero quando ogni brama e voluttà si è estinta, dal loro giaciglio rammentano il Signore e mettendosi, all’alba, in meditazione ed esclamando: “Svegliati tu che dormi, e levati dai morti, e Cristo ti illuminerà”.

In araldica la rondine assume l’emblema dei viaggi oltre mare e di lunghe peregrinazioni in terre straniere, simboleggiando però anche l’affezione alla propria terra natia, alla propria casa eccetera. È pure simbolo di eguaglianza tra i cittadini.

Anche il poeta Umberto Saba dedicò una poesia alle rondini dal titolo:

Quest’anno

Quest’anno la partenza delle rondini

Mi stringerà per un pensiero il cuore.

Poi stornelli faranno alto clamore
sugli alberi al ritrovo del viale
XX settembre. Poi al lungo male
dell'inverno compagni avrò qui solo
quel pensiero, e sui tetti il bruno passero.
Alla mia solitudine le rondini
mancheranno, e ai miei dì tardi l'amore.

Tante altre poesie parlano delle rondini, ma vi sono anche delle canzoni di cui riporto il titolo e l’autore:

  • Le rondini di Lucio Dalla
  • Volano le rondini di Gigliola Cinquetti
  • Rondine al nido di Vincenzo de Crescenzo
  • Rondinella forestiera di Carlo Buti
  • Rondine al nido di Luciano Pavarotti

A altre ancora nel repertorio canoro italiano e non solo.

Interessante sarebbe raccontare di storie e leggende popolari legate alle rondini, ma l’articolo, con le sue regole, mi suggerisce di non dilungarmi oltre, per cui …

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