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L’albero di Natale: da tradizione pagana a tradizione cristiana

  • Mirella Elisa Scotellaro

albero natale foto pixabayL’usanza di addobbare un abete per Natale, che oggi è tradizione in tutto il mondo, risalirebbe al periodo intercorrente tra il XV e il XVI secolo, e si perde tra leggende e credenze popolari.

Queste raccontano di origini diverse, talora in contrasto fra loro, ma su un elemento c’è ampia convergenza: l’albero di Natale sarebbe nato tra i popoli nordici.

Pare che le genti germaniche fin dal 1570 accogliessero l’arrivo dell’inverno con festeggiamenti nelle piazze che avevano come rito centrale l’uso di piantare meli e noci, i cui frutti avevano una valenza propiziatoria e si accompagnavano con decorazioni di fiori di carta. Ma la persona da cui sarebbe partita l’idea di trasferire l’abete in salotto sarebbe stata nel 1561 la Duchessa di Brieg, la quale lo avrebbe fatto quasi per caso, spinta semplicemente dall’esigenza di riempire un angolo vuoto. Da allora – detto con un linguaggio contemporaneo - l’iniziativa fece tendenza, per cui le corti europee e molte famiglie nobili cominciarono ad allestire in ambito domestico un abete per Natale.

Secondo altri, il primo albero di Natale fu nel 1441 quello di Tallin, in Estonia dove, nella piazza più importante del paese, nel periodo pre-natalizio i giovani si riunivano per ballare intorno ad un grande albero alla ricerca dell’anima gemella. Analoga rivendicazione viene, però dalla città di Rigasi, senza che si possa stabilire dove la tradizione sarebbe nata per prima.

Una diversa narrazione si pone tra sacro e profano, collocando il primo albero di Natale nelle piazze dell’antica Germania, dove si addobbavano grandi alberi nei luoghi pubblici in segno di abbondanza per ricreare simbolicamente il paradiso sulla terra e portare fra gli uomini quello che fu denominato “il gioco di Adamo ed Eva”. Nel tempo, gli alberi da frutta furono sostituiti dall’abete.

La leggenda più vicina al Cristianesimo è imperniata invece sul salvataggio di un uomo, che sarebbe avvenuto ad opera di San Bonifacio. Mentre il principe Asulf stava per essere sacrificato al dio Thor dai pagani: durante la cerimonia di adorazione di una quercia, il santo sarebbe intervenuto in extremis salvando il principe e abbattendo la quercia, al cui posto sarebbe comparso magicamente un grande abete, simbolo di vita perché sempreverde.

Agli albori della tradizione cristiana, al posto dell’abete si usava l’agrifoglio con la funzione simbolica di rappresentare attraverso le sue spine la corona di Cristo e attraverso il colore rosso delle sue bacche le gocce del sangue che gli colavano sulla fronte. Solo più tardi, dall’epoca medievale in poi, l’abete rimpiazzò l’agrifoglio anche nella cultura cristiana.

Insomma, racconti, leggende e favole di antiche tradizioni fioriscono intorno ad uno dei simboli di maggiore visibilità del Natale, senza che si riesca a venire a capo della benché minima certezza.

Un dato storico è che nel nostro Paese l’albero di Natale sia approdato nelle sedi istituzionali solo nella seconda metà dell’800, quando la Regina Margherita ne fece allestire uno al Quirinale, dando il via alla diffusione di questa festosa tradizione in tutto il territorio.

Usi e costumi oramai consolidati vorrebbero che l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, segni la data dell’allestimento dell’albero di Natale in tutte le città italiane con qualche piccola eccezione, quale appunto quella di Milano che allestisce l’albero un giorno prima in occasione della ricorrenza di Sant’Ambrogio, santo protettore della città, oppure l’eccezione della Puglia che anticipa di 2 giorni, in occasione dei festeggiamenti di San Nicola.

In altre città del mondo, come accade ad esempio a New York, le luci di Natale e quelle dell’albero si accendono il 1° dicembre con un clamore mediatico di risonanza pressoché globale, mentre per chi non segue alcun credo religioso l’accensione è prevista per il 21 dicembre, data del solstizio d’inverno. 

Fonte immagine: pixabay.com

Mirella Elisa Scotellaro

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