Modi di dire alla milanese: il verbo andare
Sappiamo che ogni regione, città, paese, anche il più piccolo, della nostra bella Italia, ha i suoi "modi di dire", che è poi una modalità semplice di saggezza per insegnare la vita.
Quasi sempre predomina il dialetto locale, anche se oggi, purtroppo, i dialetti sono sempre più relegati nelle soffitte del passato, tuttavia ritengo sempre un piacere conoscerne il significato nel suo dialetto.
Ecco allora che questa volta vi voglio raccontare dei "modi di dire" in dialetto meneghino inerenti il verbo andare. L'andare, il muoversi, lo spostarsi e non solo. Comunque ecco come i milanesi di un tempo si esprimevano.
- Andà – Andaa vuol dire andare, camminare. Ad esempio andà adree, adasi, impressa, attorna, de pass, de trott, a gamba levada, lontan, vesin,innanz, indree, a spass, in strusa e via dicendo. Il termine strusa sta per andare a zonzo.
- Podi minga andà. Non posso andare, sia per impedimento fisico, ma anche perchè ci si rifiuta di andare per qualche motivo.
- Andà innanz come i gamber. Ossia andare indietro, anche come modo di dire.
- Andà a pollee o a sloffen. Andare a letto molto presto, proprio come le galline.
- Andà a tavola a sòn de campanìn. Sedersi alla tavola apparecchiata.
- Andà a confessass. Andare in chiesa.
- A longh andà... detto come monito.
- In montagna, di volt, a andà in giò se fà pussee fadiga che a montà. Ed è vero, a volte la discesa sfianca più della salita.
- Te vett in giò o te vett in sù? In questo caso sottolinea se si va verso il centro o verso la periferia.
- Andà in broeud de bislicchin. Andare in brodo di giuggiole.
- Andà in ton o in chicchera. Mettersi in ghingheri.
- Andà tutt in d'òn'acqua. Essere tutto sudato.
- El me piscinin el comincia a andà lù de perlù. Il mio piccolo incomincia a camminare da solo.
- El latt l'è andaa insemma. Il latte è andato a male.
- Andà intorno a batt la frusta. Si diceva di ragazze gironzolone.
- Stò vestii el pò andà là ancamò òn poo de temp. Espressione appartenente per lo più a gente povera, che faceva durare il vestito più che poteva.
- E patapònfeta, l'è andaa là come òn fass de squell. Andare a gambe all'aria. Squell è la scodella.
- Andà per aliam viam. Andare giù nella strada.
- Va sù adess la predica. Il prete sale sul pulpito.
- A stò mond chi và sù e chi va giò. È il detto: a questo mondo c'è chi scende e c'è chi sale.
- Andà via col coo. Farneticare, perdere la ragione.
- Vorè andaa via el nas del fregg. Avere un grande freddo.
- Voo via. Termine che si usa nel gioco delle carte per lasciare.
- L'è òn omm andaa. È un uomo finito.
- Per mal che la vaga... Per male che vada... potrei cavarmela ugualmente.
- Andà sul sicur. Andare sul sicuro.
- Andò fina in fond a ona robba. Portare a termine ciò che si è iniziato.
- Ona robba che me pò minga andà giò. È qualcosa che non riesco a mandare giù. Ovviamente in senso figurato.
- La va in ton. Vestita all'ultima moda.
- Dimm con chi te vee (vett) e te diroo chi te see. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
- Andà a fass benedì. Andare a farsi benedire.
Molte altre sarebbero le frasi, ma lo spazio è quello che è, quindi qui mi fermo. Se ti è piaciuto questo articolo, Dighel ai to amis!!Condividilo!
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