Il Santuario di Santa Rita da Cascia a Milano
Con quest’articolo vi voglio portare a visitare il Santuario di Santa Rita nella città meneghina. I devoti a questa santa sono molti, e così anche la nostra Milano ha voluto dedicarle una chiesa.
L’origine del santuario si deve alla volontà degli Agostiniani della Provincia Ligure di rientrare in Milano, terra d’origine del loro Ordine; infatti, proprio nella nostra città sant'Agostino ricevette il battesimo dalle mani di Sant'Ambrogio.
La prima pietra del Santuario fu posata dall'allora cardinale Schuster, il 17 dicembre del 1939, e nella primavera del 1940 iniziarono i lavori di costruzione del santuario. Poiché la mia intenzione è di farvi conoscere, in un percorso virtuale l’interno della chiesa, non procedo oltre nel farne la sua storia.
L’ingresso centrale ha un portone di bronzo ove è raffigurata la vita della Santa prima di entrare in monastero: il fidanzamento, il matrimonio, la vita familiare e i lavori domestici. Il portone è opera dello scultore agostiniano Stefano Pigini, che l’ha intitolato: "portone della vita". L’interno presenta una navata centrale e due laterali.
Molti sono i mosaici presenti sulle pareti:
⦁ appena all’interno si vedono quattro lunette che sovrastano i rispettivi portali d’ingresso al santuario. Queste descrivono alcuni momenti della vita della Santa.
⦁ Il mosaico del catino absidale è dominato dalla maestosa figura del Cristo in gloria che poggia i piedi su una sfera, la Terra, di cui Egli è il Salvatore. Alla sinistra di chi guarda, vediamo la Santa che è invitata da Gesù, la Sua mano tesa è come se volesse prendere quella di Rita, a entrare in Paradiso. Alle spalle di Rita vi è un angelo con una corona in mano che vuole posare sul capo della Santa. Sulla destra invece sono raffigurati i 4 Evangelisti in volo, evidenziati nel loro simbolo, il leone per San Marco, l’angelo per San Matteo, il bue per San Luca e l’aquila per San Giovanni. I quattro sorreggono un Vangelo aperto al cap. 25 di Matteo, dove Cristo premia i buoni durante il Giudizio Universale.
Più sotto vediamo rappresentati i 12 Apostoli, divisi in tre porzioni di quattro figure – interessante il 3 x 4 di valore simbolico – intervallate da due finestroni colorati con scene religiose. Sotto i Dodici, due angeli, uno per lato, che suonano una lunga tromba.
- L’arco centrale che sovrasta l’altare maggiore, vuole raffigurare il Paradiso agostiniano, suddiviso nelle tre composizioni essenziali. In alto a sinistra vediamo un gruppo di santi agostiniani, mentre sulla destra sono evidenziate sante agostiniane quasi tutte in ginocchio. I volti sono quasi tutti identificabili, poiché rappresentano figure di persone realmente esistite. La parte centrale del mosaico fa riferimento al libro dell’Apocalisse con figure come l’Agnello immolato, simbolo di Cristo; il Libro, poggiato sull’altare, e chiuso dai sette sigilli; la colomba e la mano di Dio a significare la Trinità; i sette candelabri; i turiboli accesi posti sui gradini, simbolo della preghiera che sale verso il Cielo; sul fianco si evidenzia la figura della Madonna, da sempre protettrice dell’Ordine Agostiniano.
- Sulla linea d’imposta dell’arco trionfale è raffigurata l’immagine di Sant’Agostino in abito monastico che regge, con la mano destra, il libro della sua Regola, in cui si leggono le prime parole in latino. Il cuore con la fiamma che il Santo solleva con la mano sinistra, è simbolo del suo amore per Dio e il prossimo.
- Sulla linea d’imposta dell’arco trionfale, lato destro, è raffigurata l’immagine di San Giovanni Battista. Con la mano destra indica il Cristo, con la sinistra tiene il bastone a forma di croce.
- Nel transetto a sinistra, come sfondo alla navata laterale, abbiamo un mosaico che rappresenta Gesù Buon Pastore con le pecorelle. Da notare anche le 6 colombelle, 4 in volo e 2 posate sul portale marmoreo.
- Bella la rappresentazione che vede la Madonna con Gesù bambino in braccio che si tengono, con una cordicella, con le due consorelle.
- Il mosaico posto invece a sfondo della navata laterale destra, raffigura il miracolo delle Nozze di Cana, con la Mamma di Gesù che osserva i servitori che riempiono le anfore di acqua e che Gesù tramuterà in vino. Qui si vuole anche significare l’allegoria di Maria mediatrice di tutte le grazie.
- Percorrendo poi le due navate laterali troviamo una serie di mosaici che rappresentano la vita della Santa. Il primo mosaico raffigura Rita giovinetta a tavola con i suoi genitori, mamma Amata e papà Antonio. In basso due figure ricordano le parabole evangeliche del buon seminatore, a sinistra di chi guarda, e del lievito che fa fermentare tutta la massa.
- Il secondo mosaico raffigura santa Rita accanto al corpo morto del marito assassinato, mentre si rivolge ai due figli i quali vogliono vendetta. In basso, ancora due parabole evangeliche, quella del fico sterile che è sradicato, e quello della donna che spazza tutta la casa per ritrovare la moneta perduta.
- Il terzo mosaico ci rappresenta la santa che, in attesa di poter entrare nel convento delle Suore Agostiniane di Cascia, si prodiga nelle opere di carità. Alle sue spalle sono raffigurati i tre Santi che riteneva come protettori, San Nicola da Tolentino, con un giglio in mano, Sant’Agostino e San Giovanni Battista. In basso la parabola evangelica del fattore infedele che si fa degli amici con i beni del suo padrone.
- Il successivo mosaico vede Rita che riceve l’ordine di innaffiare, come prova di obbedienza, una piantina completamente secca, che però in seguito attecchisce producendo ottima uva. Indicativa la croce su cui la piantina si avvince. In basso è visionata la parabola del padrone che invita gli operai a lavorare nella sua vigna a ore diverse, dando a tutti la stessa ricompensa.
- Nel quinto mosaico vediamo la santa inginocchiata davanti al Crocefisso del monastero, che viene colpita in fronte da una spina miracolosamente staccatasi dalla corona del Crocifisso. Questa spina sarà una piaga dolora che, per i restanti quindici anni della sua vita, le farà provare i dolori della passione di Cristo. L’immagine sottostante ci illustra la parabola del buon samaritano che si prende cura del ferito trovato sulla strada per Gerico.
- L’ultimo mosaico raffigura la santa, ormai in procinto di lasciare questo mondo, confortata dalla cugina, che gli ha portato in dono, in pieno inverno, una rosa e alcuni fichi, fioriti misteriosamente nel suo orto di Roccaporena. Tuttavia l’immagine rilevante è quella della figura di Gesù che viene ad accogliere la santa in Paradiso. Il tema evangelico in basso ci mostra la parabola delle vergini prudenti e delle vergini stolte.
- Il Battistero, un mosaico di 82mq, rappresenta l’umanità in cammino verso la salvezza che si acquista attraverso il battesimo. Varie sono le figure rappresentate, da Gesù, battezzato da Giovanni, a Sant’Agostino, al simbolo della Trinità, agli Angeli, tra cui si vede il libro aperto con il segno dell’Alfa e l’Omega. Il fonte battesimale è un blocco monolito di porfido della Valle Camonica, a pianta ottagonale. Ricordo che il numero otto è simbolo dell’eternità.
- Altri mosaici posti sopra l’organo, raffigurano l’incontro di Emmaus e l’Angelo che si manifesta.
Prima di terminare, desidero illustrare anche le quattro vetrate con i suoi riquadri. - La prima vetrata presenta: nel primo riquadro in alto San Matteo evangelista; nel secondo si vede il martirio di San Giacomo il minore; nel terzo l’Apostolo San Giovanni.
- Nella seconda vetrata, nel primo riquadro vediamo l’Apostolo Tommaso che tocca il costato di Cristo; il secondo presenta il martirio di San Giacomo il maggiore; nel terzo l’Apostolo Andrea presenta a Gesù i pani e i pesci che poi sono moltiplicati.
- La terza presenta, nel primo riquadro, Gesù che dà a Pietro il potere delle chiavi; nel secondo, il martirio di San Mattia, che ha sostituito Giuda; nel terzo San Giuda Taddeo che interpella Gesù sulla sua missione.
- Nell'ultima vetrata abbiamo, nel primo riquadro, San Bartolomeo; il martirio di Simone, lo “zelota”; e San Filippo che dice a Gesù: “Mostraci il Padre, e ci basta”.
Ovviamente non si può tralasciare la visione del quadro raffigurante la Santa, e della reliquia custodita in un reliquiario d’argento dorato e lega metallica dorata.
Sperando di aver fatto cosa gradita ai curiosi, e di aver sollecitato il desiderio di fare una visita al Santuario, il Barbapedana vi saluta.
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