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La Milano nascosta: gli alberghi diurni

  • Edoardo Colzani

Questa è una storia che parte dai primi decenni del '900 ed ha come protagonista un signore bolognese che di nome fa Cleopatro Cobianchi. Egli era un imprenditore che insieme al fratello Stanislao produceva l'Amaro Montenegro in quel di Bologna.

albergo diurno

Durante un viaggio a Londra, nota il successo che hanno i bagni diurni adiacenti le stazioni metropolitane; ambienti di solito puliti e ben curati davano la possibilità a viaggiatori e non, di usufruire dei bagni pubblici, docce e spesso vi erano all'interno anche coiffeur per servizi di taglio capelli, barba e shampoo.

Nel 1911 apre così il primo albergo diurno a Bologna, successivamente nel 1924 ne apre uno a Milano accanto a piazza Duomo sotto via Silvio Pellico a cui farà seguito nel gennaio 1926 l'albergo diurno Venezia in piazza Oberdan.

Gli alberghi diurni milanesi non erano solo dei bagni pubblici per ovviare al problema dell'igiene, ma potevano essere definiti delle terme poiché rappresentavano la nascita dell'idea della cura del corpo e del benessere individuale. Ambienti arredati con uno stile art déco, vi era all'interno mobilia di grande pregio, pavimenti in marmo, rubinetteria in ottone, vetri e ceramiche. Furono subito un successo, utilizzati oltre che dai viaggiatori per rinfrescarsi, da molti milanesi.

L'albergo di piazza Oberdan fu abbandonato nel 1996 ad eccezione del coiffeur Ajello che ha continuato a praticare l'attività all'interno di esso fino al 2003; nello stesso anno viene abbandonato anche l'albergo diurno di via Pellico per poi essere riconvertito e diventare nuova sede dello IAT, Ufficio di informazione turistica del capoluogo lombardo. Oggi è un'area polifunzionale interattiva che si appresta a diventare uno dei luoghi simbolo della promozione turistica durante i mesi dell'Expo. Il 2 maggio infatti ci sarà l'inaugurazione di Expo in città lounge all'interno dell'albergo diurno Cobianchi. Nell'area saranno adibite mostre e spettacoli e saranno previsti servizi quali Wi-Fi gratuito, area shop ed un bar.

Per quanto riguarda l'albergo di Piazza Oberdan, gioiellino in stile liberty costruito dall'ing. Troiani ed arredato e rifinito dall'architetto Piero Portaluppi, purtroppo ci sarà ancora da aspettare. La buona notizia è che il FAI sta provvedendo alla sua riqualificazione ed entro il 2016 dovrebbe essere riaperto. L'obiettivo è quello di mantenere la struttura e gli arredamenti come un tempo, mantenendo inalterato un luogo dove milanesi e non potranno avere la possibilità di fare un tuffo nel passato per rivivere le atmosfere della belle époque milanese.

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