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I tesori della Cà Granda

In via Francesco Sforza 28, nel centro di Milano, un museo racconta l’evoluzione della medicina lombarda.

ca granda 1Il percorso propone le collezioni di storia della medicina in uno dei rari musei esistenti in Italia e l’unico in Lombardia appartenente a un ospedale come l’antica Cà Granda, oggi il Policlinico di Milano.

Voluta da Francesco Sforza nel 1456 per offrire assistenza ai poveri della città, la Ca’ Granda o Ospedale Maggiore fu costruita dall'architetto fiorentino Filarete coadiuvato dai lombardi Amadeo e Guiniforte Solari come uno dei primi edifici rinascimentali a Milano. 

Con i suoi 43.000 metri quadrati, la Ca' Granda è divisa in due corpi simmetrici, uno per le donne e uno per gli uomini, suddivisi in quattro cortili ciascuno e separati da altri due cortili dove sorge la Chiesa dell’Annunciata che custodisce un’opera di Guercino.

L'apparato decorativo in terracotta è uno splendido esempio della coroplastica milanese del Quattrocento e proviene dalla fornace Curti, che fornì le decorazioni per altri cantieri come l’Abbazia di Chiaravalle, l’Abbazia di Morimondo, Santa Maria delle Grazie e il Duomo di Monza.

La struttura subì delle aggiunte nel corso dei secoli, come la costruzione, nel Seicento, dell’ala centrale, detta Carcano e la seconda, settecentesca, prolungò il complesso con l’ala Macchi a sinistra della facciata.

Nel 1939 l’ospedale cittadino fu trasferito a Niguarda e dopo i gravi bombardamenti del 1943, la Ca’ Granda vide importanti restauri condotti da Piero Portaluppi, nel 1958 divenne sede delle facoltà umanistiche dell’Università Statale di Milano ed è anche un polo espositivo durante la Settimana del Design e del Salone del Mobile.

Gli strumenti esposti nel museo sono raggruppati per discipline, dall’ostetricia e ginecologia, nato con la Regia Scuola di Ostetricia voluta da Maria Teresa d’Austria nel Settecento, alla radiologia. La trasfusione è ricordata con apparecchi e siringhe e la menzione della costituzione del Gruppo Donatori di Sangue nel 1930.

Agli strumenti e apparecchiature sono affiancati i ritratti di medici dell’ospedale e d’illustri clinici, con le loro importanti scoperte nella medicina e invenzioni nella tecnica chirurgica.

La seconda sezione del museo presenta i ritratti dei benefattori della Cà Grande, con opere eseguite su commissione dell’ospedale per ricordare i sostenitori più famosi e incentivarne l’emulazione.

Tra i 920 dipinti della raccolta sono state selezionate venti opere, significative per epoche e temi, eseguite da artisti che vanno dal Pitocchetto a Hayez, da Segantini a Sironi.

Cinque busti in marmo raccontano la collezione statuaria ospedaliera.

La prima sala del museo è destinata alle esposizioni temporanee e attualmente accoglie gli ultimi ritratti, eseguiti nel 2019 dai migliori allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera.

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