Museo Kartell - Noviglio
Uscendo da Milano dirigiamoci fino a Noviglio, dove troviamo il museo dedicato alla storia del marchio Kartell, allestito nello stabilimento progettato da Ignazio Gardella e Anna Castelli Ferrieri.
Creato nel 1999 da Claudio Luti per festeggiare i cinquant’anni dell’azienda, il museo ricostruisce la storia dell’arredamento italiano attraverso più di mille pezzi provenienti dalla collezione privata dell’azienda, oltre a centinaia di foto e progetti che descrivono il cammino di un mobile dall’idea iniziale fino alla sua realizzazione.
La Kartell nasce nel 1949 da un’idea dell’ingegnere chimico Giulio Castelli che voleva produrre mobili innovativi per l’economia dei materiali utilizzati e l’efficienza nella produzione.
Il primo prodotto della neonata azienda fu il portasci K101 disegnato da Carlo Barassi e Roberto Menghi, che fu lanciato con lo slogan “Si aggancia, si viaggia, si sgancia, si ripone” che ne identificava subito l’estrema facilità di uso e la semplicità produttiva, in quanto era fatto completamente di materie plastiche.
Dopo un primo periodo all’insegna dell’uso delle materie plastiche, nel 1954 la Kartell produsse il Secchio tondo con coperchio KS1146, creato da Gino Colombini, interamente composto da polietilene con stampaggio a iniezione, che consentiva di produrre articoli di uso casalingo molto più economici con un design gradevole e colori sgargianti.
Numerosi furono i progetti creati da Colombini, come lo spettacolare Spremilimoni KS1481 e il Battipanni KS1475, dalla insolita forma futuristica.
La linea dei casalinghi continuerà fino al 1976 con le stoviglie e i recipienti ideati da Anna Castelli Ferrieri, Centrokappa e Franco Raggi, per poi essere ripresa nel 2009 con i vassoi in polimeri traslucidi Dune di Mario Bellini.
Nel 1958 la Kartell decide di aprire la sezione Labware, dedicata agli articoli da laboratorio, che inizialmente produce strumenti in vetro, per poi passare a nuove e innovative versioni in materiale plastico, che in breve diventeranno uno dei loro fiori all’occhiello, mentre nel 1959 viene creata la sezione Illuminazione dedicata alle lampade, con modelli come le lampade a sospensione 4006 e 4007 dei fratelli Castiglioni, sezione che durerà fino al 1981 con collaboratori come Joe Colombo e Marzo Zanuso, per essere ripresa nel 2002 con le lampade a sospensione e da tavolo di Ferruccio Laviani.
Negli anni Sessanta nasce la divisione Habitat, che si occupa di mobili e oggetti di arredamento, come il tavolo tondo 4991 di Ferrari e Gardella e la seggiolina per bambini 4999, progettata nel 1963 da Marco Zanuso e Richard Sapper, che è la prima sedia in plastica mai prodotta nel mondo.
Gli anni Settanta, con la crisi del petrolio e l’austerity, rappresentano il decennio in cui l’azienda consolida la sua fama, con i mobili progettati da Gae Aulenti e il sistema Outline di Ferrieri, oltre a collaborazioni con il gruppo BBPR, Pio Manzù e Giulio Polvara con la Libreria Componibile 4760/65.
Negli anni Ottanta i mobili dell’Azienda conciliano le necessità high tech con il postmodernismo, con mobili come il tavolo 4300 e la sedia 4870 impilabile all’infinito.
Quando nel 1988 il fondatore Giulio Castelli lascia l’azienda a Claudio Luti, quest’ultimo chiama alcuni dei massimi esperti in design di quegli anni come Philippe Starck che progetta la sedia Dr. Glob, dai colori vivi e con notevoli spessori in cui si mescolano diversi materiali.
Negli anni Novanta Kartell accosta la plastica a materiali diversi come l’alluminio e il legno, oltre a nuovo uso del colore ben espresso nella serie Manua Kea di Vico Magistretti, e mobili più alla portata di tutti come la libreria Bookvorm e il portabottiglie Infinity disegnato da Ron Arad.
L’ultimo grande progetto del decennio è la sedia La Marie di Starck, in policarbonato trasparente, destinata a essere un’innovazione paragonabile solo a quella di Zanuso negli ’60.
Gli ultimi dieci anni vedono Kartell all’avanguardia nella tecnologia delle superfici trasparenti verniciate, oltre all’utilizzo di un sistema di stampaggio rotazionale che consentirà di ottenere il Bubble Club di Starck, primo divano al mondo interamente realizzato in plastica.
Le pareti del museo sono ricoperte da pagine pubblicitarie ideate da Kartell, che permettono di capire non solo la produzione degli oggetti, ma anche quali strategie venivano utilizzate per venderli.