Antichi mestieri: i canti di lavoro
Il lavoro e la canzone, un binomio che ha trovato posto nell'operare della quotidianità, soprattutto quando la tecnica della modernità era ancora in divenire.
Ho qualche ricordo della mia infanzia, ad esempio quando sentivo degli imbianchini che mentre erano intenti al loro lavoro, con in testa un cappello fatto con i fogli di giornale, si lasciavano trasportare da canti, anche se non sempre intonati; oppure quando trascorrevo l'estate in montagna da una zia e sentivo i contadini e le contadine, soprattutto quando giravano con le forche il fieno per farlo seccare, intonare delle canzoni.
Poi vi erano anche le canzoni cantate nelle osterie, bettole e locande milanesi, ma di queste ve ne parlerò in un'altra occasione, vediamo invece alcune delle canzoni legate al lavoro, anche se mi devo limitare a scriverne solo una piccola parte, lasciando ai lettori il piacere di ascoltarle.
La prima canzone è quella cantata dagli Scarriolanti, che erano dei manovali addetti al trasporto di materiali pesanti con la carriola. Ecco alcune strofe.
Gli Scariolanti
A mezzanotte in un punto
si sente un gran rumor
son gli scarriolanti lerì lerà
che vengon al lavor.
Volta, rivolta, e torna a rivoltar
sono gli scarriolanti lerì lerà
che vanno a lavorar.
Un'altra canzone piuttosto nota è quella del moleta, ossia l'arrotino che affilava coltelli, forbici eccetera.
El Moleta
Me pare fa el moleta,
mi fasso l'arotin,
me pare ciapa i soldi,
e mi neanche un quatrin,
e zin e zin e zola
e far girar la mola
e quel che mi consola
l'è l'arte del molar.
Un lavoro davvero pericoloso e che ha causato troppe morti per silicosi, è quello del minatore. Le canzoni a loro dedicate erano diverse, io vi propongo questa.
Il canto del Minatore
La mia mamma
sempre me lo diceva
di star lontano
dalla miniera.
Ma mi, testardo,
sempre ci sono andato
fin che la mina
m ha rovinato.
O Santa Barbara,
prega per minatori,
sempre in periglio
de la lor vita.
Altra canzone al pubblico nota è legata al lavoro delle mondine. Eccola:
Senti le rane che cantano
Senti le rane che cantano
che gusto che piacere
lasciare la risaia
tornare al mio paese.
Amore mio non piangere
se me ne vado via
io lascio la risaia
ritorno a casa mia.
Ho accennato al lavoro nei campi, eccone uno legato alla mietitura.
Canto della mietitura
Bellina che ti piace l'allegria
pigliatelo per marito un suonatore
ch'allegra notte e giorno
oh ti fa stare.
Un altro lavoro oggi del tutto sparito nelle città sostituito dal caldaista ma ancora presente nei piccoli paesi montanari, è quello dello Spazzacamino. La canzone più conosciuta che lo riguarda, canzone chiaramente con un doppio senso, è questa:
Lo Spazzacamino
Su e giù per le contrade
di qua e di là si sente
cantare allegramente
è lo spazzacamin!
( si ripete la strofa)
S'affaccia alla finestra
una signorinella
con la sua voce bella
chiama lo spazzacamin.
Anche al giorno d'oggi, per fortuna, si è soliti fare un giretto al mercato; a Milano ve ne sono ogni giorno, così come in ogni parte della nostra bella terra lombarda. Una canzone cantata anche dai bimbi all'asilo, è questa:
E verrà quel dì di lune.
E verrà quel dì di lune
mi vò al mercaa a comprà la fune.
Lune la fune
e fine non avrà
e la Rosina bella in sul mercaa
e la Rosina bella in sul mercaa.
E verrà quel dì di marte
mi vò al mercaa a comprà le scarpe.
Marte le scarpe
lune la fune
e fine non avrà
e la Rosina bella in sul mercaa
e la Rosina bella in sul mercaa.
(E via di seguito per tutti i giorni della settimana).
Ecco dunque un brevissimo viaggio attraverso la canzone popolare legata al lavoro, ossia alle nostre origini più vere.
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