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Riti e Usanze per le anime dei morti

mondo morti pixabayTra poco più di un mese giungerà la data del 2 Novembre che, come sappiamo, è il giorno dedicato al ricordo di tutti i nostri cari defunti.

Oltre ai riti religiosi, il popolo, non solo lombardo, ma di tutta la nostra Penisola, ha creato dei propri riti e usanze legate alle anime dei morti e che ora vi racconto.

Conosciamo, secondo l'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica, che l'anima del defunto può entrare nel regno della luce, il Paradiso; nel regno delle ombre, il Purgatorio o nel regno delle tenebre, l'Inferno. I vari riti attengono soprattutto alle anime del Purgatorio in quanto le prime sono ormai nella beatitudine mentre le ultime sono eternamente dannate e non hanno bisogno di nessuna intercessione a loro favore, mentre quelle in Purgatorio ne sono bisognose.

alcune usanze legate ai morti

- Inizio dalla bella terra della Valle d'Aosta dove era usanza mettere sui davanzali delle finestre del cibo, affinchè le anime dei morti che vi transitavano potessero, per quel giorno, ritornare a gustare i piatti mangiati da vivi. Se non trovavano nulla potevano sollevare un vento molto forte che metteva l'abitazione in pericolo.

- Nel confinante Piemonte era abitudine mettere un posto in più a tavola qualora un defunto decidesse di farvi visita. Era anche usanza che dopo cena le famiglie preparavano qualcosa per i morti e poi uscivano per recarsi al cimitero in modo che questi potevano banchettare in tutta tranquillità. Quando decidevano di rientrare facevano suonare le campane affinchè i defunti potessero lasciare l'abitazione.

- In Lombardia vi sono diverse usanze, una era quella di mettere sul davanzale una zucca svuotata e riempita di vino e sul tavolo della cucina del cibo, in modo che i defunti potessero sfamarsi e dissetarsi. I milanesi avevano creato il "pan dei morti", un dolce in onore delle anime dei defunti. Altra usanza era quella di lasciare, oltre alla zucca piena di vino, un secchio di acqua fresca e il fuoco acceso nel camino e nella stufa, affinchè le anime potessero riscaldarsi.

- Anche nel bel Trentino vigeva la tavola imbandita e il focolare acceso, solo che loro facevano suonare le campane proprio per avvertire le anime dei defunti che potevano accomodarsi.

- In Friuli Venezia Giulia le usanze sono simili per quanto attiene la tavola, in più intagliavano le zucche a forma di teschio. Inoltre erano convinti che i morti facessero delle processioni notturne verso alcuni santuari del luogo.

- L'Emilia Romagna oltre a preparare del cibo per i morti ne davano anche a qualche povero che bussava a quella porta, e che doveva condividerlo con le anime dei defunti.

- La Liguria preparava, per i morti, delle fave secche e delle castagne bollite. Era poi doveroso recitare le preghiere per quelle anime e poi, i nonni erano soliti raccontare storie e leggende paurose.

- In terra toscana, come nel milanese, si preparavano dei biscotti detti "Ossa di morto", sicuramente graditi dai vivi... dai morti non so dire.

- L'Umbria ricalca la vicina Toscana preparando dei dolci a forma di fave chimati "stinchetti dei morti".

- In Abruzzo, oltre alla tavola apparecchiata, si mettevano alla finestra dei lumini accessi tanti quanti erano le anime dei propri cari.

- Il Molise si arricchisce di fantasia preparando una cena particolare cui partecipano i parenti, poi sul davanzale viene lasciato un piatto della pietanza per i parenti defunti. Viene anche messa una zucca scavata con all'interno un lumino acceso; la cosa interessante è vedere l'espressione data alla zucca, sorridente, piangente, sghignazzante o in altri atteggiamenti.

- Nel Lazio è interessante quel che si faceva a Roma, ovvero si andava a consumare la cena sulla tomba del defunto, questo per tenergli compagnia.

- La Campania è terra ricca di tradizioni, una era quella di preparare "o morticiello", un torrone glassato di cioccolato e dai gusti diversi.

- La Puglia, tra le varie usanze, ha anche quella di preparare dei biscotti tipici chiamati " rano dei morti".

- Nelle famiglia della Calabria, oltre alla cena, sul tavolo si lasciava anche un mazzo di carte, caso mai i defunti volessero farsi una partita. Anche qui si facevano dei dolci biscotti chiamati " dita degli Apostoli".

- L'isola di Sicilia offre i "frutti di Martorana" e le "piparelle", dolci tipici dell'isola. Possibile anche trovare dolci fatti a forma umana.

- Nella terra sarda si racconta dei "Sa Rèula", una processione silenziosa di anime dei morti; così come il " ballo dei morti", che questi facevano soprattutto nei pressi di qualche chiesetta di campagna.

Ovviamente in queste poche righe ho potuto solo fare un excursus superficiale poiché i riti e le usanze sono diverse e più numerose per ogni regione, per cui lascio al lettore il piacere di andarle a scoprire.

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