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Tagli al servizio ferroviario lombardo: i comitati dei viaggiatori ne hanno abbastanza

trasporti milano foto specchiaIl  servizio ferroviario regionale lombardo negli ultimi anni mostra grande affanno, a causa di politiche di investimento e di sviluppo poco coraggiose.

È il grido di allarme lanciato dai comitati dei viaggiatori, che stanno assistendo ai tagli delle corse. Denunciano anche una riforma del settore non ancora attuata, sebbene varata nel 2012 e il rinvio dei potenziamenti necessari e promessi.

Riportiamo il comunicato integrale dei comitati

Direttrice Lecco-Molteno-Como: il Ministero della Verità all’opera.

L’antonomasia di una gestione di orizzonte breve, disinteressata e distruttiva. A tratti imbarazzante per chi vuole essere fiero della Lombardia.

Quousque tandem abutere patientia nostra? Fino a quando abuserete della nostra pazienza?

Questo si chiedono retoricamente i rappresentanti dei viaggiatori e gran parte degli utenti del servizio ferroviario regionale negli ultimi anni, da quando Regione Lombardia è regredita da una politica di investimento e di sviluppo coraggioso, nonostante le oggettive difficoltà al contorno, a un atteggiamento di conservazione o più spesso recessione, in cui il servizio ferroviario viene mutilato per un qualunque motivo – ottima a questo scopo la coincidenza con una pandemia globale che ha peggiorato il quadro d’insieme – rimandando sempre più in avanti nel tempo i potenziamenti necessari e promessi (Piano Regionale Mobilità e Trasporti del 2016) e in generale la riforma del settore, quella riforma fatta Legge Regionale nel 2012 e dalla cui completa realizzazione ci separano ancora diversi anni.

1 allegato tecnico 1 treni

Venendo al caso specifico, la direttrice Lecco-Como, via Molteno, si tratta di una di quelle ferrovie (come anche la fu Seregno-Carnate e la Colico-Chiavenna) in cui storicamente lo Stato non ha mai creduto né investito (linea non elettrificata, a binario unico, che non collega Milano) e che in passato è stata tenuta in vita, dignitosamente per quanto non ancora a sufficienza, dalla politica costruttiva e costruttrice che Regione Lombardia aveva saputo mostrare. Questo genere di direttrice sopravvive fintanto che il servizio su di essa viene garantito; trattandosi infatti di un percorso dove la maggior parte dei viaggi è di breve raggio, risulta fondamentale garantire una frequenza coerente col tempo di viaggio, cioè breve. La linea è inoltre parte di un potenziale percorso pedemontano tra Lugano, Chiasso, Como, Erba e Lecco.

Tuttavia, mancando lo spirito quasi imprenditoriale del passato, Regione Lombardia, come per imitare la vecchia logica statalista del taglio dei rami secchi, ha identificato questa linea (e le altre con caratteristiche simili) come un costo inutile. Una linea che non trasporta abbastanza gente (è ovvio, se non ci sono abbastanza corse e se si impongono troppi cambi, magari con poco tempo disponibile, la gente viaggia in automobile!) e che non vale letteralmente il prezzo del gasolio bruciato dagli autotreni.

Ovviamente questo non si può affermare in modo esplicito, c’è da mantenere alto il morale dell’elettorato. Ma emerge bene dai fatti.

A causa della necessità di risparmio ulteriori dovute alla pandemia del 2020, la direttrice è passata dalla seguente situazione (orario invernale 2019-2020):

2 allegato tecnico 2 treni

 

Alla seguente (orario lunedì-venerdì dal 15 giugno 2020): 

allegato 3 tecnico treni

A fronte della eliminazione “definitivamente provvisoria” delle corse 5201, 5207, 5211, 5215, 5219, 5223; 5204, 5208, 5212, 5216, 5220, l’Assessore competente, interpellata in Consiglio Regionale per motivare questo dimezzamento assurdo del servizio, faceva diramare dalla Sala Stampa di Regione Lombardia un comunicato nel quale si legge:

Per quanto riguarda invece gli orari di metà mattina, al momento – ha concluso Terzi – non è possibile prevedere nuove corse. Perché esiste un vincolo, chiamato fascia IPO, attraverso il quale la linea viene riservata a RFI per organizzare interventi infrastrutturali.

E qui perdiamo la pazienza. L’Assessore giustifica il mancato inserimento di corse che non esistevano nemmeno prima e non ad esempio di quelle pomeridiane non interessate da IPO.

Infatti le fasce IPO (Interruzioni Programmate da Orario) sulla direttrice in oggetto sono state determinate da RFI con Circolare Territoriale della Direzione di Milano n°28 del 2019, in vigore dalle ore 00.00 dell’11 settembre 2019:

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Questo quadro, situato a pagina 154 della parte generale FCL 21 della Direzione Territoriale RFI di Milano, non risulta successivamente modificato ed è tuttora in vigore:

allegato 5 tecnico treni

Non sussiste quindi alcuna variazione in merito alle facoltà di accesso all'infrastruttura da settembre 2019 a oggi. Regione Lombardia è peraltro titolare di un Accordo Quadro con RFI, che ha per oggetto il diritto di prelazione sull'accesso alla Rete per i servizi ferroviari di competenza.

La riduzione del servizio è stata solamente una scelta politica di Regione Lombardia finalizzata ad alleggerire l’impegno finanziario su questa linea (e altre, come ad esempio la S9 Saronno‑Albairate il cui orario presenta dei buchi di servizio privi di senso trasportistico, frutto dei turni sfilati come nel gioco Shangai, o il servizio Milano Centrale-Malpensa dimezzato tutto il giorno o ancora la S2 Mariano Comense-Milano Rogoredo che da anni subisce tagli e mutilazioni di percorso).

Invece di lamentarsi passivamente che un fornitore (per quanto, come sappiamo, molto poco malleabile) non consente di soddisfare i cittadini, perché non lottare per eliminare definitivamente le fasce IPO e permettere di interrompere la circolazione soltanto in caso di lavori effettivi?

Sulla rete regionale (Ferrovienord) le fasce IPO diurne sono state abolite da almeno dieci-quindici anni e il grado di manutenzione è nettamente superiore: questa non dipende infatti da un reperto di storia ferroviaria come sono le IPO bensì dalla capacità di investire, e selezionare le imprese terze più capaci ed efficienti.

Invece di una Regione Lombardia autonomista, che combatte col coltello tra i denti contro l’antiquata e improduttiva procedura di Stato, assistiamo a una Regione Lombardia che sa solo prendere atto di questi impedimenti senza mostrare la necessaria capacità di spingere e guardare oltre; una Regione che ha come principale obiettivo la presentazione del Rendiconto, anche qualora quel segno “+” fosse frutto dei tagli ai servizi; e recuperando deboli giustificazioni a posteriori quando i tagli vengono svelati dai Cittadini.

Proprio come aveva raccontato George Orwell nel suo “1984”, Regione Lombardia sta mostrando un chiaro, quanto misero, tentativo di imporre il bispensiero:

Dimenticare tutto quello che era necessario dimenticare, e quindi richiamarlo alla memoria nel momento in cui sarebbe stato necessario, e quindi dimenticarlo da capo: e soprattutto applicare lo stesso processo al processo stesso. Questa era l’ultima raffinatezza: assumere coscientemente l'incoscienza, e quindi da capo, divenire inconscio dell'azione ipnotica or ora compiuta.

Noi non ci troviamo nella distopica Oceania. Così non va. Noi non dimentichiamo.

Inutile ricordare che nulla è stato annunciato, comunicato, discusso, condiviso per tempo con i Cittadini.

Serve il 100% del servizio sulla Como-Molteno-Lecco. Serve il ripristino integrale dell’orario ferroviario ora, perché servirà domani e ovunque, tutti i giorni. 

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