Leggende lombarde: la villa dei Fantasmi, le tazzine delle Fate e il fiore di Loto
Questa volta vi voglio raccontare tre delle molte leggende che si raccontano nella nostra terra di Lombardia. Una attiene alla provincia di Lecco, l'altra alle valli bresciane e la terza alla città di Mantova.
Iniziamo da Lecco, precisamente in Valsassina, che è quella Valle racchiusa tra il gruppo delle Grigne e quello delle Orobie e che la separano dalle valli bergamasche e dalla Valtellina. Dobbiamo andare a Cortenova, nella provincia lecchese, dove un Conte, precisamente Felice De Vecchi, si fece costruire, siamo nel 1854, una villa con annesso un grande giardino. La Villa De Vecchi era però conosciuta anche con il nome di "Casa Rossa" in quanto il suo colore era proprio il rosso. Il Conte era a capo della Guardia nazionale Italiana, un corpo militare del Regno d'Italia, e inoltre partecipò alle Cinque giornate di Milano. Purtroppo con il trascorrere del tempo la Villa andò sempre di più incontro al degrado, e oggi, fortunatamente è tenuta dal Fondo Ambiente Italiano, anche se la sua ristrutturazione è di là da venire. C'è tuttavia una storia – leggenda che la riguarda e che adesso vi racconto.
Alla Villa è stato dato un nuovo nome, e precisamente "Villa dei Fantasmi", ed eccone il perché. Pare che il Conte, rientrando in Villa, abbia trovato la moglie tragicamente assassinata e la figlia scomparsa. Da tempo si sente parlare di presenze sospette, tanto che si dice che nelle notti del solstizio d'estate o quello dell'inverno, un lamento femminile invade i corridoi e le stanze della Villa, e un pianoforte si metta a suonare le sue note. Il popolino, sempre ricco di fantasia, afferma che nella Villa sono avvenuti altri suicidi e alcuni omicidi, addirittura messe sataniche. Pensate che persino il sito internet Buzzfeed.com degli Stati Uniti ha pubblicato le foto della Villa mettendole accanto ad altre Ville o dimore stregate. Questa la leggenda, c'è chi invece giura che all'interno della Villa non sono avvenuti né suicidi né omicidi né tanto meno messe nere.
La seconda leggenda che vi racconto è legata al profumato e delicato fiore del Mughetto, e attiene alle belle valli bresciane, ricche di rigogliosa flora e fauna. La piantina del fiore è alta 20 cm, i fiori sono campanulati e generalmente di colore bianco, anche se vi è una varietà a colori rosa. È conosciuto anche con il nome di giglio delle convalli – mugherino o convallaria. Lo si trova nei luoghi boscosi, specialmente su suoli calcarei dalla pianura alla montagna.
Ma veniamo adesso alla leggenda che lo riguarda.
Un giorno, non è dato sapere quale, le Fate del bosco decisero di organizzare una festa tra gli alberi. Detto fatto si organizzarono al meglio ritrovandosi in una radura opportunamente preparata. La festa fu un successo e si protrasse per diverse ore, sino a quando il Sole fece loro capire che aveva deciso di tramontare. Le Fate raccolsero così le loro cose e ritornarono nelle loro nascoste dimore. La fretta però fu dispettosa anche con loro, così che dimenticarono di raccogliere le tazzine in cui avevano bevuto una profumatissima e saporita tisana. Il giorno dopo, accortesi della svista, ritornarono nella radura per riprenderle, ma sul verde prato non c'erano più. Si misero a cercarle e le ritrovarono nascoste e moltiplicate con foglie e piccoli fiori bianchi e profumatissimi, erano i fiori del mughetto, che le celavano agli occhi indiscreti. Da allora i mughetti presero anche il nome di "tazzine delle Fate".
La terza leggenda attiene a Mantova, città bella e ricca di storia, e ha come protagonista ancora un fiore, precisamente il fiore di Loto. Sappiamo che è una pianta acquatica originaria dell'Asia e dell'Australia. Tipica degli stagni e a crescita rapidissima, i fiori sono di grandi dimensioni e di colore rosa e un profumo che ricorda l'anice. Detto quanto, ecco allora la leggenda.
Mantova ha tre laghi, precisamente il Superiore, quello di Mezzo e l'Inferiore. Quello Superiore, con l'arrivo dell'estate si riempie di fiori di Loto, offrendo a chi guarda uno spettacolo davvero affascinante. Ebbene, una storia racconta che una giovane ragazza di origine orientale, mentre stava passeggiando sulle rive del lago decise di specchiarvisi, purtroppo però il gesto gli fu fatale, infatti, cadde nel lago e annegò. Il suo giovane amato, saputo la notizia, non seppe darsi pace e decise di seguirla, tuttavia prima di lasciarsi avvolgere dalle acque del lago, decise di spargere sulle sue acque dei semi di fior di Loto in modo che tutti coloro che lo osservavano potessero ricordare la dolcezza e il profumo del suo amore per la giovane amata.
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