La Darsena di Milano tra presente e passato
Il 26 Aprile 2015, davanti a migliaia di milanesi, il sindaco Pisapia ha inaugurato la nuova Darsena di Milano, dopo due anni di lavori ad opera dello studio Bodin&Associès e 19 milioni di euro investiti nel progetto di riqualificazione legato agli interventi urbanistici necessari programmati per Expo.
La nascita della darsena è da far risalire al XIII secolo, quando venne deviata una parte delle acque del fiume Ticino per creare un collegamento diretto tra il lago Maggiore, dove veniva prelevato il marmo necessario alla costruzione del Duomo e Milano. In quell'occasione si realizzò un piccolo bacino idrico, antenato di quello attuale, nei pressi della Basilica di Sant'Eustorgio, nell'odierna piazza XXIV Maggio.
La forma attuale, che convoglia le acque del Naviglio Grande in quello Pavese, venne realizzata più tardi, nel 1603, per volere del governatore Pedro Enriquez de Acevedo, con lo scopo di permettere ai barconi, tramite la Conca di Viarenna (di cui troviamo una testimonianza ancor'oggi in via Conca del Naviglio), di immettersi nel percorso della cerchia interna dei navigli e quindi giungere presso il laghetto di S. Stefano (odierna via Laghetto), a poche centinaia di metri dal Duomo. La datazione della nascita della darsena nel periodo di dominazione iberica è appurata dal fatto che il suo perimetro indichi un evidente adattamento a quello sud-occidentale delle mura appunto cosiddette spagnole.
Una volta finiti i lavori pluricentenari di costruzione del Duomo, la darsena rimase comunque uno snodo importante per il trasporto di merci a Milano, in specie durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i bombardamenti alleati fecero sì che la navigazione fluviale fosse una valida alternativa al trasporto abituale su rete ferroviaria. Negli anni successivi al conflitto mantenne la sua importanza logistica in virtù della ricostruzione postbellica che vide l'approdo sulle sue sponde di ingenti tonnellate di sabbia, raccolte in alte dune, che per più di un ventennio diventarono un elemento pittoresco del quartiere ticinese fino al 1979, anno che vide l'ultimo barcone merci ormeggiare nella darsena.
Nel 2004 il Comune affidò l'area più occidentale del bacino ad un'impresa che avrebbe dovuto realizzare dei parcheggi sotterranei, ma durante gli scavi vennero alla luce dei reperti archeologici di notevole interesse culturale: le basi delle mura spagnole e una piattaforma lignea, attribuita alla pavimentazione originale della conca di Viarenna. Questi ritrovamenti, una volta rinterrati questi a scopo conservativo, fecero di modo che i lavori venissero bloccati ed il progetto dei parcheggi abbandonato. Durante quasi un decennio di abbandono, tutta la parte ovest della darsena (quella più a ridosso di piazzale Cantore) vide fiorire una piccola oasi naturale di florida vegetazione, sede di molte specie animali, sia anfibi che volatili.
Oggi, a lavori di ristrutturazione conclusi, la darsena presenta delle sponde completamente rinnovate con due passeggiate ciclo pedonali, un'area verde e punti di attracco per la navigazione turistica. Inoltre è stato portato alla luce il canale del Ticinello, per oltre 80 anni interrato sotto piazza XXIV Maggio. La maggioranza dei cittadini si è mostrata entusiasta per questo nuovo volto del porto di Milano, anche se non sono mancate le polemiche, come quelle mosse da Gabriella Valassina del Comitato Navigli che ha esposto uno striscione in loco, che recitava ''Darsena tradita, storia e cultura cancellati dai mattoni''. Il riferimento è rivolto in parte all'assetto attuale della nuova darsena che non rispecchia quello originale quattrocentesco, testimoniato dai ritrovamenti archeologici precedentemente citati, ed in parte alla presenza scarsa di verde pubblico sulle due sponde.
Al di là di queste giustissime considerazioni di stampo archeologico ed ambientale è certamente un piacere per gli occhi come si presenta ora la nuova darsena, dopo anni di incuria. Difficilmente potrà raggiungere l'attrattiva di alcuni ''lungo fiume'' europei come l'East Side Gallery a Berlino o la passeggiata sulla Senna a Parigi (patrimonio dell'Unesco dal 1991) ma di sicuro si prepara a diventare uno degli scorci più pittoreschi ed originali della città, con la speranza che mantenga un decoro formale negli anni, anche grazie alla manutenzione comunale ed al senso civico dei cittadini milanesi, che, a parer mio, troppo spesso si dimenticano di valorizzare talune bellezze della loro città.
Andrea Motta