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Alla scoperta dei capolavori della Pinacoteca con il progetto Voci dal museo myBrera

Zigzagando sul sito della Pinacoteca, ci siamo imbattuti e abbiamo scoperto “myBrera”. Un interessante progetto digitale che rende visibile le personalità e il ruolo di tutta la squadra che lavora presso la Pinacoteca, la mediateca e la biblioteca di Brera attraverso i ritratti scattati da James O’Mara.

mybrera guida virtuale a casa capolavori opere arte pinacotecaAd ogni “Voce di Brera” è stato chiesto di scegliere un’opera, un oggetto, una scultura, un luogo e offrirne un personale punto di vista, condividendo una spiegazione, descrizione più emotiva sull’arte e sulla cultura. Ne nasce un portale grazie al quale potrete scoprire storia e curiosità dei capolavori parte della collezione.

Il Bacio di Francesco Hayez

Partiamo con una degli oli su tela più celebri. Il Bacio di Hayez, commissionato da  Alfonso Maria Visconti, fu presentato per la prima volta nel 1959 all’Esposizione di Brera ed entrò nelle collezioni solo nel 1886. Si tratta di uno dei dipinti simbolo della Pinacoteca che intendeva celebrare il successo delle lotte risorgimentali: l’opera simboleggia l’amore per la patria e il desiderio di vita della giovane nazione che usciva dalla seconda guerra di indipendenza. Quest’opera è stata scelta come preferita da Sarina Scuto, dell’ufficio amministrativo, da Rosalba Mogavero dell’ufficio amministrativo, poiché a parer suo rappresenta tutto il mondo femminile e l'amore nella sua ambia accezione e da Andrea Zollo, assistente di sala, che ne è rimasto colpito proprio perché rappresenta un valore molto importante, l'amor di patria.

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore di Antonio Canova

Eccoci a una delle sculture più belle presenti in Pinacoteca, il colossale calco in gesso del Napoleone come Marte pacificatore di Antonio Canova. Realizzato nel 1808, giunge a Brera nel 1809. Si tratta di un acquisto fatto dal viceré Eugenio di Beauharnais, personalità che era anche il committente del bronzo visibile nel cortile del Palazzo di Brera. Quando Canova fu invitato a realizzare un ritratto di Napoleone, decise nel 1806 di rappresentarlo nelle vesti di Marte attraverso una scultura dalle vesti classiche e idealizzate. Ai tempi l’opera ricevette diverse critiche dovute alla sua nudità soprattutto a Parigi. Ma il viceré Eugène de Beauharnais ne rimase così colpito tanto da ordinarne una copia in bronzo per la città di Milano, ai tempi capitale del regno d’Italia. Quest’opera per il progetto “my Brera” è stata scelta come preferita da Marta Milani dei servizi educativi, perché preferisce le statue ai dipinti e inoltre perché le linee di questa magnifica scultura sono perfette.

Il riposo (carro rosso) di Giovanni Fattori

Giungiamo al magnifico dipinto di Giovanni Fattori, realizzato nel 1887, presentato nello stesso anno all’Esposizione Nazionale di Venezia e acquistato nel 1937 per volontà di Ettore Modigliani, all’epoca direttore della Pinacoteca. Si tratta, come affermò anche lo stesso artista, di una delle opere migliori i Fattori, caratterizzata da una sintesi della poetica realista ad oggi annoverato come uno dei massimi capolavori dell’Ottocento italiano. Quest’opera è stata scelta da Marco de Antoni, assistente di sala, poiché colpito non solo dalla tipologia di soggetto, ma anche dalla vibrazione del colore della luce che connota il dipinto e dalla sua composizione con diagonale tra luce e ombra.

Danza degli Amorini di Francesco Albani

Questo delicato e bellissimo dipinto raffigura il tema allegorico della vittoria di Amore, che fa danzare i puttini felici dopo aver abbandonato archi e frecce. Sulla sinistra è rappresentato il ratto di Proserpina, con Plutone che rapisce la fanciulla dopo esser stato colpito dal dardo amoroso di Venere, e trattenuto dalla ninfa Ciane mentre la dea dell’amore è presente a destra su una nuvola e bacia Cupido. L’opera, acquistata dalla Pinacoteca di Brera nel 1811, è la preferita di Marianna Liso, assistente di sala e servizi educativi, poiché l’artista creato una scena ambientata intensa, ben descritta e molto emozionante.

Rissa in galleria di Umberto Boccioni

Boccioni dopo un periodo di viaggi tra le città in cui vi era fermento culturale, da Parigi al soggiorno in Russia fino a Milano, ultima tappa in cui conobbe i fondatori del movimento futurista, firmatari del primo Manifesto nel 1909, aderì al movimento e nel 1910 realizzò Rissa in galleria. Un’opera in cui porta all’esasperazione la tecnica divisionista fino a studiare i movimenti della folla, tra un inedito dinamismo e straordinari inediti effetti di luce, accentuati dall’utilizzo di colori complementari vivacissimi. Quest’opera è la scelta di Mauro Tatascione, assistente di sala,  poiché la ritiene una delle opere più riuscite di Boccioni connotata da un’accentuata cromaticità.

Siamo alla fine del nostro viaggio tra alcune opere scelte per il progetto, ma vi invitiamo a visitare le sezioni per scoprire capolavori come la Madonna con il bambino (1320-1323) di Ambrogio Lorenzetti, il San Sebastiano (1495-1500) di Liberale da Verona, il Pietro Rossi (1818-1820) di Francesco Hayez, lo Sposalizio della Vergine (1504) di Raffaello, La Cena in Emmaus (1605-1606) di Caravaggio e tanto altro.

Non dimenticate di condividere con noi qual è la vostra opera preferita!

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