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Una passeggiata per il centro di Milano nel 1800

In questa passeggiata tra le vie di Milano del 1800, vi voglio riportare un po' indietro nel tempo non solo per conoscere le vie di allora, ma anche per sapere di alcuni avvenimenti successi.1948 panorama dal duomo verso via agnello

Ci troviamo in Via Manzoni e nel percorrerla possiamo sentire alle nostre spalle dei passi un poco incerti, sono quelli di Giovannin Bongee, citato dal Porta. Lasciamolo passare e proviamo a seguirlo.

Il Bongee, sloffi e stracch come on asen – floscio e stanco come un asino – usciva dalla sua bottega di sarto in vicolo dei Tignoni e si immetteva nella via Manzoni, che allora era Corso di Porta Nuova e corsia del Giardino, perché doveva raggiungere la sua abitazione che si trovava al Carrobbio.

Passiamo sotto il porticato del Teatro Alla Scala, immaginando di non vedere il monumento a Leonardo da Vinci perché allora non c'era ancora, e imbocchiamo la via Santa Margherita, allora contrada, e, seguendo a debita distanza il Bongee, vediamo che si imbatte nel servizio armato della ronda, che tuttavia, dopo avergli chiesto dove avesse casa e sentirsi rispondere che abitava presso "el piattee", ossia il negozio di terraglie, al numero vottcent vott, 808, lo lascia transitare indisturbato.

Attraversiamo la piazza del Duomo lasciando i Portici Settentrionali e quelli Meridionali, che allora si chiamavano "coperto dei Figini" e "coperto del Robecchino" e prendiamo per Via Torino.

A quel tempo la via Torino era molto più stretta dell'attuale, e prendeva nomi diversi, tra i quali: contrada della Lupa, contrada della Palla, contrada dei Pennacchiari, contrada di San Giorgio in Palazzo e altri ancora. Già allora, siamo al tempo del poeta milanese Porta, si poteva entrare nella chiesa di Sant'Alessandro e di San Sisto.

Il nostro giunge al Carrobbio, che è un crocicchio di quattro strade, con la biforcazione per il corso di Porta Ticinese e la contrada di San Simone, oggi via Cesare Correnti, e si incammina verso la bottega di terraglie, poi gira un angolo, e quando anche noi lo giriamo il Giovannin Bongee è sparito.

Così sappiamo che il numero 808 non è mai esistito e che nessuno ha mai sentito né visto Giovannin Bongee. Va beh, prendiamo atto e ci consoliamo con il fatto che abbiamo fatto una passeggiata per le vie della Milano d'un tempo e sapendo che vi è lo zampino del Carlo Porta è possibile che il Bongee sia solo frutto della fervida fantasia del poeta milanese, così arrivato a casa mi sono tolto la soddisfazione di curiosare e scopro che nel 1812 il Porta pubblica una sua poesia dal titolo "desgrazi de Giovannin Bongee", in cui racconta un uomo del popolo vessato dalla sfortuna, dall'arroganza dei potenti e dall'ingiustizia della società; non dimentichiamo che in quel periodo vi erano a comandare i francesi e non erano certo tempi allegri, almeno per il popolo.

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