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Il Convento di S. Vittore in Muro salvato dalla rovina si trasforma nel Museo della Scienza e della Tecnica

Vicino alle chiese di S. Maria delle Grazie, celebre per la presenza del cenacolo Vinciano, e a S. Ambrogio, luogo di culto per le origini e la storia di Milano, esiste un altro spazio peculiare della vita cittadina: il Museo della Scienza e della Tecnica, sito nel monastero olivetano di San Vittore al Corpo nell’omonima via.

Museo leonardo 1Vorremmo soffermarci sul luogo che lo ha accolto, per come si inserisce nella storia del recupero architettonico che la città ha fatto di svariati edifici, testimoni preziosi di periodi lontanissimi, a partire dal dopoguerra, quando a causa dei gravi danni dei bombardamenti, fu decisiva una parziale ricostruzione, con una possibilità nuova di ragionare sulla loro funzione. 

L'idea di creare a Milano un museo dedicato alla Tecnica era già nata negli anni '30, ma solo nel 1947 venne assegnato l’edificio alla  “Fondazione Museo nazionale della Tecnica e dell’Industria”. Il Museo si intitola a Leonardo da Vinci che fu  scienziato e artista, e risiedette nella Milano rinascimentale.

Il complesso monastico sorgeva su un'area cimiteriale tardoantica, dove si trovava il Mausoleo Imperiale ottagonale (sec. IV) destinato alle sepolture degli imperatori, demolito solo nel tardo Cinquecento. Il recinto che lo cingeva si trova sotto al monastero: è oggi visibile in uno dei cortili del museo e fu proprio scoperto durante i lavori di rifacimento dopo il 1950. Era una struttura difensiva del mausoleo all'interno del quale probabilmente erano stati sepolti gli imperatori Graziano e Valentiniano II. Si tratta di un’importantissima testimonianza dell'epoca in cui Milano fu capitale dell'impero romano d'Occidente.

MUSEO leo SALA COLONNE

L’antico convento era in origine benedettino, e fu acquisito dal 1507 dai monaci dell’ordine olivetano, insieme alla basilica in declino di S. Vittore al Corpo, oggi visitabile da Piazza San Vittore. Si può ben dire che ebbe nuova origine poiché i rimaneggiamenti furono notevoli dato il pessimo stato di conservazione in cui versava l’edificio: vennero ampliati i chiostri principali e si realizzò una nuova chiesa al posto della basilica medievale. Il tutto risulta compiuto nel XVII secolo.

Si sviluppava intorno ai tre chiostri: il più antico di questi fu purtroppo distrutto nel Settecento con l’apertura di via S. Vittore. Gli altri due chiostri, invece, simmetrici, sono ancora visibili, divisi dal corpo di fabbrica centrale, con un loggiato inferiore destinato a magazzino, oggi chiuso, e uno superiore, lungo il quale si aprivano gli alloggi dei monaci. Sul nome di chi progettò il monastero ci sono soltanto ipotesi.

Il decreto napoleonico del 1805, che aboliva gli ordini religiosi, impose la riconversione in ospedale militare, e ciò comportò ulteriori rimaneggiamenti per le esigenze funzionali, terminati nel 1808. Da allora rimase a lungo una caserma. I francesi lasciarono il posto all’esercito austriaco e di seguito subentrò quello italiano con il 27° Reggimento Artiglieria da Campagna. Troviamo il palazzo nella cartografia del tempo, denominato Caserma Villata.

MUs leo Galleria

Le necessità militari avevano davvero cancellato il glorioso passato con interventi invasivi: ad esempio furono inserite tramezze nelle navate della biblioteca e trasformato l’opulento refettorio in un dormitorio. L’esercito era ancora nel monastero quando i bombardamenti dell’agosto 1943 lo colpirono violentemente. Abbandonato per due anni, le intemperie lo rovinarono ulteriormente: si trattava ormai di un campo enorme di detriti, persino pericoloso.

Il rifacimento, con restauro e cambio d’uso a sede museale, salvò questo bene, per ciò che ne rimaneva. La trasformazione avvenne ad opera di Piero Portaluppi, inaugurata il 15 febbraio 1953 alla presenza di Alcide de Gasperi.

Oggi nel museo è denominato “monumentale” l’edificio corrispondente all’ex monastero, mentre il padiglione aeronavale e quello ferroviario sono stati aggiunti successivamente. Ospita la Galleria Leonardo da Vinci dove sono esposti diversi modelli storici di macchine disegnate dall’artista; dalle pareti laterali si accede a varie sale dedicate a diverse discipline tra cui orologeria, suono e acustica, strumenti musicali, arti grafiche, metallurgia e astronomia. Adiacente la grande Sala delle Colonne, sede di conferenze e concerti.

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