Il santuario dell’Ortica
Una piccola chiesa, alla periferia di Milano, ma ricca di storia, una storia che ha attraversato circa mille anni.
A Milano, presso il quartiere dell’Ortica, noto per essere stato immortalato nelle canzoni della mala scritte da grandi artisti come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, si trova la piccola chiesa dei santi Faustino e Giovita, conosciuta da molti come il santuario dell’Ortica.
I recenti ritrovamenti storici hanno fatto supporre che il santuario sia stato eretto verso la fine del XI secolo, quando un piccolo gruppo di milanesi, rifugiatisi lì subito dopo la caduta di Milano per mano di Federico Barbarossa, espresse il voto di costruire una cappella qualora fossero riusciti a tornare alle loro case dopo un anno.
Nel 1176 l’imperatore tedesco venne sconfitto a Legnano e gli esuli, vedendo in questo la realizzazione della loro grazia, iniziarono subito i lavori per l’ampliamento della cappella, che di lì a pochi anni divenne uno dei centri spirituali della periferia di Milano.
Sotto i Visconti, nel 1370 il complesso venne consacrato con una solenne cerimonia, per poi, nel 1519, diventare una delle proprietà della famiglia degli Este, signori di Mantova.
Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, il santuario venne visitato da San Carlo Borromeo e dal suo successore Federico Borromeo, per poi cadere in disgrazia, tanto che alla fine dell’Ottocento era diventato un deposito abusivo.
Solo nel 1964, grazie all’interessamento di Paolo VI, la chiesa venne elevata dal cardinale Giovanni Colombo a nuova parrocchiale del quartiere.
Dalla pianta semplice e con una modesta facciata a capanna, il complesso presenta al suo interno due cappelle dedicate alla Madonna della Neve e a San Giuseppe, con un affresco del XII secolo, dipinto subito dopo la sconfitta di Federico Barbarossa.
Vicino alla chiesa sono visibili i resti della vecchia sacrestia, con un loggiato aperto verso l’esterno e una serie di affreschi del Cinquecento, alcune figure di santi, tra le quali il santo della Val Cavargna Lucio e una frammentaria ma elegante decorazione a grottesche.
Uno dei dipinti più interessanti è un’ Assunzione della Vergine, che presenta delle citazioni dall’Ultima Cena di Leonardo, che secondo gli studiosi è stata realizzata dal Maestro dei Santi Cosma e Damiano, giù autore di un dipinto oggi conservato nella Pinacoteca Civica di Como.