L'unicità di Milano nella vita di tutti i giorni
Caro lettore,
ti racconto la "mia" Milano, come se fossimo amici di lunga data. La familiarità disinibisce nell'espressione delle proprie emozioni... In un certo senso si potrebbe dire che siamo davvero noi stessi solo con coloro che amiamo e che ci realizziamo solo nelle nostre relazioni.
In realtà la mia conoscenza della città e piuttosto limitata, ma questo non mi proibisce di sentirmici legata come a poche altre; è un legame così diretto e così unico che nemmeno col mio paese di residenza ho mai stabilito.
Ti dirò subito che la mia piazza preferita è la piazza del Duomo di Milano e che quella che mi entusiasma di più è piazza Cadorna, con le sue strutture colorate.
Quando ho abbastanza tempo mi godo una passeggiata in centro o una visita alla Cattedrale... Ma quale ragazza non si bloccherebbe a bocca aperta davanti alle affascinanti vetrine dei negozi che collegano Piazza Duomo a piazza San Babila? O a quelle di via Torino?
I miei ricordi più belli sono legati alle gitarelle di fine corsi con i miei compagni di fatiche dell'università e mi commuove pensarci. In particolare ho un bellissimo ricordo di una mostra su Magritte a Palazzo Reale di Milano, che ho visitato due primavere fa - certo che il tempo vola davvero! - prima delle vacanze di Pasqua. E' stata una via che mi ha permesso di apprezzare questo artista dell'epoca moderna e di ampliare i miei orizzonti conoscitivi, in quanto il mio concetto di arte mi porta solitamente a non degnare di questa definizione i movimenti che sono seguiti all'impressionismo. Tra le altre cose questo è anche il mio movimento preferito, perchè mi sembra quello che meglio ci permetta di esternare noi stessi e la nostra percezione del mondo, che non si da in altro che non apparenze.
Al di là di questi momenti, in cui di solito ci gustiamo un delizioso panzerotto da Luini, mi rilassa molto e mi carica di energie positive per affrontare la giornata camminare a piedi da piazza Duomo a largo Gemelli, dove si trova la sede dell'università, prima dell'inizio delle lezioni, verso le 8 del mattino.
E' un percorso molto grazioso, che mi permette anche di vedere il Castello Sforzesco di Milano. Ecco un altro luogo intriso di ricordi per le varie visite.
In questo momento mi ricordo ancora lo shock che io e la mia amica abbiamo provato, quando, alla fine della visita al museo, ci si parò davanti la celeberrima "Pietà Rondanini".
Ovviamente nessuna delle due ricordava la sua collocazione e dunque la cosa ci ha stupite. Quello che più mi ha colpito e affascinato sono i lineamenti e le rifiniture, è veramente un'opera parlante.
Ogni volta, giustamente, in piazza mi perdo e così devo prendere la metro per arrivare a piazza Cadorna.
In tre anni penso di aver sperimentato la maggior parte dei percorsi che congiungono la piazza a largo Gemelli, un po' perchè mi piace vedere edifici nuovi e vie nuove, un po' per evitare di aspettare la metro gremita di passeggeri.
Solo oggi dopo la lezione ho avuto il coraggio di entrare nella chiesa di San Nicolao, dopo esserci passata accanto un numero incalcolabile di volte. E' veramente unica: ciò che più mi ha colpito è stato l'osservare nelle due nicchie absidali la presenza delle due statue raffiguranti l'angelo custode e l'arcangelo Michele. Un espediente artistico per dire: "Ricordati che Dio è sempre con te".
L'altra cosa che non ho potuto non osservare è stata l'iscrizione sottostante alla statua della Madonna, che riporto fedelmente: "Non orat sed imperat".
Poi, una vera meraviglia di Milano è la Basilica di Sant'Ambrogio. Ogni volta che varco la soglia è come se fosse la prima. Effettivamente la prima volta fu tre anni fa, dopo un esame andato molto bene. E' come se, avvicinandomi, iniziassi un viaggio che mi porta in un momento storico piuttosto lontano da noi: il famoso IV secolo. Così mi vedo in un quadriportico affollato di catecumeni, mentre lentamente, raggiungo la porta e, varcata la soglia, la basilica mi appare popolata dai fedeli che pendono letteralmente dalle labbra del vescovo che tuona dal pulpito.
In verità questo è sempre stato il mio modo di studiare la storia: immaginare e rivivere con la fantasia gli eventi fino a diventarne uno dei personaggi. E quant'è incantevole l'altare d'oro di Vuolvinius!!! Ricordo come sono rimasta scioccata quando, entrando durante una celebrazione eucaristica, mi resi conto che i sacerdoti celebrano con quell'altare, capolavoro dell'arte orafa del IX secolo.
Spero non ti sia annoiato, caro lettore, nel viaggio attraverso le basiliche; prometto che questa sarà l'ultima: quella di San Vittore.
Anche lì entrai per caso, in cerca di un luogo al riparo dai rumori e dalle masse in movimento, e nella penombra mi incantò la sua bellezza e mi ricordò la basilica romana che contiene "L'estasi di Santa Teresa" di Bernini, che visitai durante la gita dell'ultimo anno di liceo.
Metaforicamente parlando potrei citare Orazio laddove parla della conquista della Grecia, mettendomi nei panni dei romani. Certo, perché entro da turista, per osservare e rimango calamitata dall'atmosfera di pace che le popola, al punto che sembra di essere in un mondo parallelo rispetto a quello frenetico della città circostante, come tra i magnifici chiostri dell'università, perfettamente curati e popolati di studenti che rincorrono le lezioni da un'aula all'altra. E fra costoro mi metto anche io, cercatrice tra cercatori, studente tra gli studenti, innamorata del luogo in cui trascorre la maggior parte delle sue giornate.
Oh, mi rendo conto che per dirti proprio tutto devo ancora parlare del Museo della Scienza e della Tecnologia. Mi limito a dire che custodisce un papiro particolarmente ben conservato.
Spero di non averti annoiato, lettore, né offeso con le mie personalissime teorie ermeneutiche sull'arte nel caso tu sia un critico in materia.
Anna Chiara Ronchi