Il Bestiario medievale. Un mese di conferenze col dott. Luca Frigerio

Primo di una serie di quattro convegni propedeutici all'uscita del nuovo libro del professore che si terranno ogni giovedì, protraendosi lungo l’arco di tutto il mese, “Il leone e gli animali selvaggi” ha considerato il ruolo delle bestie feroci nell'iconografia dell’immaginario medievale.
Tutto ebbe inizio con il Physiologus: testo ellenistico del IV- II secolo a. C che ebbe una diffusione straordinaria, tanto che nel Medioevo sarebbe stato reinterpretato in chiave cristiana, andando infine a ispirare la scultura romanica. Le conoscenze dell’epoca, infatti, usavano legare ogni bestia, pianta o minerale a una forma di conoscenza che imposta dalla sua forma e natura: così si sviluppò la simbologia dei “bestiari”, antichissimi testi in cui gli animali raffiguravano non soltanto i vizi umani, ma anche gli stessi insegnamenti, morali e spirituali, della dottrina cristiana.
Leoni, cervi, draghi, pesci, serpenti, sirene… Sulle facciate delle cattedrali, come sui capitelli delle chiese medievali o sulle pagine di antichi codici è tutto un agitarsi di creature animali, reali o fantastiche, mansuete o feroci.
I bestiari sono sorprendente raccolte di conoscenze che spesso non riusciamo più a “leggere” con immediatezza.
I motivi che spinsero i primi amanuensi, in particolar modo irlandesi, a stilare raccolte di

Tutto nacque in particolar modo dalla paura per la foresta; al tramontar del sole il bosco era profondamente sinistro e abitato solo dai suoi inquilini selvaggi come lupi, cinghiali e altre bestie temute: il fatto che in epoca perfino tarda (XIII secolo) Dante Alighieri individuò nella lonza, nel leone e nella lupa esseri demoniaci e sovrannaturali, a tal proposito la dice tutta.
D’altra parte il bosco è il luogo del nascondimento di reietti e tagliagole, ma anche della fuga dal mondo di eremiti e filosofi. Tra gli animali più pericolosi dell’immaginario, quello che più ha segnato l’’immaginario dell’uomo, nono soltanto medievale, fu il lupo; l’astuzia del branco, la forza e l’astuzia, la combattività e le tattiche di branco ne fecero un vero e proprio spauracchio: simbolo di violenza e castigo per ogni cattivo cristiano.
L’ira del cinghiale, che poteva uccidere con un sol colpo di grugno, non era poi così temuta: d’altra parte l’’uomo si abituò talmente tanto alla convivenza con molti animali, da farne un’abitudine. I guerrieri, poi, si esercitavano fin da giovani ad affrontarli, soprattutto per cibarsi delle loro carni.
La pantera, vagheggiata fiera esotica, il cui manto sarebbe “variopinto come la tunica di Giuseppe” sarebbe perfino un animale docile e mite, capace di attirare le prede con il “suo profumo.”
Il passo, per noi privo di significato, è carico di profondi significati di tipo Cristologico: proprio come nel caso del leone: citato sia nel Fisiologo greco che in quello latino, di esso si dice esser provvisto di tre nature: quando vaga, se si accorge di essere seguito dai cacciatori, copre con la coda le sue impronte così come Cristo facendosi uomo nascose la propria divinità; quando dorme, i suoi occhi restano schiusi vegliando perennemente: così il Signore dormì nel sonno della morte sulla croce e nel sepolcro, ma la sua natura divina vegliava. Infine, quando partorisce, si dice che il cucciolo della leonessa nasca già morto; eppure, dopo tre giorni e tre notti viene svegliato, scosso dal ruggito e dal brontolio del padre che sopraggiunge; alla stessa maniera Cristo, morto da tre giorni, fu risuscitato da Dio padre.
Elemento dominante di quasi tutte le fiere dei bestiari è l’ambivalenza: i leoni scolpiti sui capitelli delle chiese romaniche da anonimi maestri del XII secolo sono presenze inquietanti, talvolta sataniche, il cui ruolo è ammonire il fedele. Il fiero e crinito felino all'ingresso delle cattedrali riveste soprattutto il ruolo di guardiano e allo stesso tempo incarna Cristo, ovvero l’uomo saggio, prudente e misericordioso, al punto di da stringere amorevolmente l’agnello, tra la sue zampe potenzialmente letali.

A seguire, l’incontro di giovedì 13 febbraio tratterà de "L’agnello e gli animali domestici”, il 20 febbraio “L’aquila e il popolo del cielo” e a chiudere, il 27 febbraio, “Il drago e le creature fantastiche.”
La partecipazione ai quattro incontri prevede un costo di 20 euro e di 6 euro per i singoli incontri. In assoluta anteprima sarà presentato e offerto con sconto ai partecipanti il nuovo libro: “Bestiario medievale.”