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A 40 anni ti voglio dire che: il fallimento non esiste

"Ciao Carmen, come si può non aver paura del fallimento? Ho impiegato due anni dedicandomi totalmente al lavoro ambendo a un ruolo di responsabilità, l’ho finalmente ottenuto e ora che sto per iniziare con il mio nuovo cappello da manager,  ho il terrore di sbagliare tutto, di non essere all'altezza e quindi di fallire."successo carriera pix

IL FALLIMENTO: UNA PAURA comune A TUTTI

Grazie per la tua domanda, mi dona possibilità di condividere un punto di vista rispetto al fallimento che forse ti stupirà un po', e stai sereno in quanto almeno una volta ognuno di noi nel corso della vita, non si è vissuto dei momenti magnifici perché la paura del fallimento ha superato la gioia di una vittoria. Insomma non sei solo.

Ecco forse potrai essere d'accordo con quello che sto per dirti, o forse no ma in ogni caso non per questo riterrei un fallimento o meno la mia risposta.

Ora, potresti rileggere la frase appena sopra? Ma ti prego rileggila senza confonderla con un' espressione presuntuosa o da sapientona, ma immagina invece questa frase mentre esce dalla bocca di una persona consapevole del proprio zelo, del proprio desiderio e voglia di crederci davvero, rileggila come se fosse un po' tua.

E capirai che ti ho già un spoilerato il mio pensiero riguardo al “fallimento”.

IL POTERE di credere in se stessi

Ma torniamo al tuo specifico caso, caro credente nel fallimento, atteniamoci al tuo momento di incertezza;

da quello che scrivi si deduce che hai ottenuto il ruolo a cui ambivi, che hai lottato per esso e che ti sei impegnato per esso e quindi, che in quei giorni mentre ti rimboccavi le maniche muovendo mani, mente e cuore con l’ardente sguardo verso il tuo obiettivo, tu ci credevi davvero e anche questo ti ha permesso di ottenere ciò che oggi ti è stato riconosciuto.

Bene, ora a prescindere da come andrà, come potrebbe mai essere un fallimento un qualcosa in cui ci hai messo impegno, desiderio, mente, cuore, e dedizione ?

Come potresti mai rimproverarti dimenticandoti di quanto tu sia stato bravo ad arrivare fin li?

Come ti concederesti di deridere la tua meravigliosa forza mentre hai lottato e navigato controvento per arrivare a ciò che oggi hai avuto?

Ci sono cose che vanno come avremmo voluto, cose che vanno come non avremmo voluto o mai pensato, e cose che non vanno proprio. Per qualcuno saranno definite "cose giuste", per altri saranno definite "cose sbagliate" e per altri ancora magari, saranno racchiuse in pensieri dal titolo “ma si, doveva andare così” oppure "non sono fatta per arrivare li", e ci sarà forse rassegnazione  o preoccupazione fino a smettere di crederci  e talvolta abbandonare, abbandonare pur di non toccare con mano quello che temiamo di più: il fallimento.

OGNI SUCCESSO HA IL PROPRIO PERCORSO di fatica e impegnostep by step pix

Siamo abituati a osservare i successi degli altri restandone tante volte ammirati e incantati, guardando quelle vette a cui gli altri sono arrivati e sentendoci a volte così tanto lontani e piccoli in confronto.

Ma lasciati dire una cosa, proprio a te che temi il fallimento, oltre che guardare il successo altrui e le vette raggiunte, ti chiedi mai come sia stata la scalata di quel vincente affinché potesse arrivarci a quelle vette? Ti chiedi mai da quante cadute o rallentamenti avrà avuto la forza di ricominciare? Ti chiedi mai quanti no, o porte in faccia o pensieri da riformulare ha dovuto sperimentare per trovare la via giusta?  O pensi che ci sia arrivato noleggiando un elicottero speciale e quindi senza fare sforzi?

Albert Einstein ti dice niente? Penserai "eh va beh parliamo di un grande  scienziato e premio Nobel in fisica", si vero ma lasciati dire che non iniziò a parlare prima dei 4 anni e a leggere non prima dei 7 anni. La sua maestra diceva fosse  “lento” e “mentalmente handicappato”.

Mio caro anonimo che ha ottenuto il ruolo, dicci, per quelle parole non dette e quelle righe non lette, tu definiresti Einstein fallito?

E se ti dicessi Stephen King? Tu mi diresti forse "si va beh lui è di successo, è un maestro dell'horror", si certo lo è ma un suo romanzo che ora è un bestseller, fu rifiutato 30 volte prima di venire pubblicato a tal punto che gettò via il manoscritto nella spazzatura per la disperazione. Poi ovviamente lo riprese.

Sempre tu, mio caro anonimo con un nuovo bellissimo ruolo e tanta paura del fallimento, dicci, per quei trenta rifiuti, tu definiresti King un fallito?

La verità è che potrei dirti quanto sarebbe bello se esistessero scorciatoie e bacchette magiche che ci trasportassero dritti verso i nostri successi senza paure e senza errori, senza cadute e senza progetti da rivedere ma, non sarebbe la verità.

Allora io A 40 ANNI TI VOGLIO DIRE CHE:  sii fiero di poter cadere, sii fiero di poter avere paura, sii fiero di poter sbagliare; perché cadere non è fallire ma è capire che forse stavi camminando male, perché avere paura non è fallire ma è esplorare un emozione che ci fa sentire vivi, perché sbagliare tutto anche dopo aver lottato per quel tutto, non è fallire ma è conoscere una strada in più da scartare per accorciare il percorso, il percorso verso la tua vetta.

Non sono fallimenti ma strumenti che ti faranno luce su un futuro migliore.

Ora, con questa consapevolezza siediti un attimo, smetti di pensare e con la fortezza di ciò che hai costruito, godi di questa gioia e ricarica il tuo cuore di un festeggiamento che meriti, perché potrai continuare o potrai cambiare ma non potrai fallire perché se non lo hai ancora capito:

il fallimento non esiste.

Hai una domanda per la nostra Emotional coach? Scrivi a Carmen che ti risponderà nella sua rubrica emozionale.

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