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Lazzaretto a Milano

lazzaretto milano«S'immagini il lettore il recinto del lazzeretto, popolato di sedici mila appestati; quello spazio tutt'ingombro, dove di capanne e di baracche, dove di carri, dove di gente; quelle due interminate fughe di portici, a destra e a sinistra, piene, gremite di languenti o di cadaveri confusi, sopra sacconi, o sulla paglia; [...] e qua e là, un andare e venire, un fermarsi, un correre, un chinarsi, un alzarsi, di convalescenti, di frenetici, di serventi. »
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo XXXV.)

Il Lazzaretto era un luogo di quarantena dove venivano confinate le persone appestate da malattie contagiose quali la lebbra o la peste. Milano nei secoli XIV e XV fu colpita più volte dal flagello della peste e l'unico modo per tenere sotto controllo il contagio era quello di confinare appestati e sospetti in appositi spazi chiamati appunto lazzaretti.

Il Lazzaretto di Milano era formato da un vasto recinto quadrato (di 375 metri di lato) con un unico ingresso sorvegliato dai soldati e con attorno un fossato pieno d'acqua che lo separava dal mondo esterno. Aveva 288 celle per gli appestati che guardavano verso il centro del cortile dove sorgeva una cappella con altare 'panottico', per permettere a tutti gli appestati di assistere alla messa restando chiusi nella propria cella. La cappella fu sostituita nel 1585 dalla chiesa ottagonale di San Carlo, progettata da Pellegrino Tibaldi e ancora esistente.

Ultima grande epidemia di peste a Milano fu quella del 1630, descritta dal Manzoni. Dopo il 1630 l'utilità del Lazzaretto andò via via diminuendo. Nel Settecento, il complesso divenne caserma di cavalleria, e poi ricetto di povera gente che vi abitava, spesso in forma abusiva.

Alla fine, vi prese vita un quartiere vivace, anche se per certi versi sordido, una specie di “Corte dei Miracoli” milanese. Il Lazzaretto fu demolito tra il 1882 e il 1884. L'unica parte rimasta è su Via San Gregorio tra Corso Buenos Aires e Via Tadino. 

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